giovedì 30 aprile 2009
Al "Manifesto", giornale che senza soldi pubblici non sarebbe mai nato o sarebbe morto da tempo, non va giù che la Chiesa cattolica viva libera da 20 secoli, e ora soprattutto che da circa 25 anni, in riparazione di antiche espropriazioni statali, riceva un contributo deciso liberamente dai cittadini. Perciò martedì a p. 12 Nicola Fiorita affronta l'argomento: "L'otto per mille, il maligno e la Chiesa cattolica". Nel suo piccolissimo tra varie amenità «il maligno» ce lo mette lui, e dopo lo stracotto e falso argomento contro le percentuali delle scelte che decidono del totale " regola che vale in ogni scelta democratica, e mai altrove contestata, Ndr " suggerisce «tre rimedi». Primo: una riduzione che «riporti il sostegno dello Stato a cifre ragionevoli». Poi: siccome «le somme ricevute da tutte le confessioni sono superiori alle loro necessità», quest'anno niente, ma tutto ai terremotati d'Abruzzo! Infine: se tutte le confessioni non fossero d'accordo allora sia lo Stato a destinare «la propria quota» all'Abruzzo terremotato! Fatto" E lui, tutto contento per aver prospettato «obiettivi minimi» si rilegge: «una sana concorrenza intaccherebbe il monopolio» dei preti, che «avrebbero meno soldi per mortificare la vitalità del mondo cattolico», e una volta resi innocui gli eterni nemici sarebbe possibile «realizzare una nuova egemonia sociale» senza essere costretti " sempre comunisti sono, da quelle parti " a fare la rivoluzione. Bella pensata, davvero! Questi gli «obiettivi minimi». E i massimi? Ovvio: sarebbe «la rivoluzione», ma l'aria che tira è troppo «maligna». Rimandata «sine die».
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