venerdì 6 maggio 2005
Spesso, in alternativa al buon gelato, per rinfrescarsi e appagare il palato, si consuma il sorbetto. Il sorbetto  assomiglia abbastanza al gelato alla frutta e al ghiacciolo e viene gustato come delicato dessert, magari a fine pasto, o come dissetante nel pomeriggio.Il sorbetto contiene una quota di frutta superiore a quella del gelato alla frutta, ma al posto del latte, nel sorbetto, viene aggiunto anche zucchero e, poco prima del congelamento, si unisce albume d"uovo montato a neve, per dare consistenza. Nel gelato alla frutta, infatti, è limitata al 15% (o 10% quando si tratta di agrumi), in esso è consentito l"aggiunta di latte e grassi vegetali e il resto è acqua e zucchero. Nel sorbetto alla frutta, invece i quantitativi di frutta sono maggiori (25%, ridotti al 15% quando si tratta di agrumi). La quota calorica per cento grammi è pari a quella del ghiacciolo, cioè 146 kcal. Spesso si aggiungono anche coloranti e aromatizzanti, che in genere sono segnalati nell"etichetta e alcune volte sono indicati con dei numeri preceduti dalla lettera "E", che significa Europa. Ciò significa che si tratta di sostanze chimiche non tossiche, riconosciute dall"Unione Europea.In alcuni ristoranti vige ancora una vecchia regola gastronomica, che porta a servire un sorbetto a metà pranzo, quando si tratta di banchetti importanti con numerose portate o di locali alla moda. Da un punto di vista medico-nutrizionale, questa pratica culinaria non è l"ideale per la salute e soprattutto per la buona digestione. Durante il pasto, infatti, si ha un aumento di temperatura dell"ambiente gastrico, dovuto alla maggiore richiesta di sangue dello stomaco per il cibo sopraggiunto e se in quel momento arriva un alimento molto freddo, anzi ghiacciato, come il sorbetto, si ha uno shock termico tale da provocare uno spasmo della parete dello stomaco e del duodeno con conseguenze salutiste non troppo gradevoli, quali diarrea o peggio una cosiddetta paresi momentanea con forti dolori.
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