giovedì 1 giugno 2023
Il sedicenne che ad Abbiategrasso (Milano) accoltella la prof in classe è un eccezionale caso isolato figlio di una patologia, o il segnale di un malessere diffuso tra gli adolescenti? Risposta scontata: il malessere c’è e i quotidiani non risparmiano le pagine. Martedì 30/5 fino a quattro tra cronaca, commenti e interviste. Colpisce in particolare la frase di una compagna di classe: «Mentre la colpiva era senza emozioni» (titolo sulla “Stampa”); «Sembrava non avere emozioni» (“Repubblica”). Frase che mette i brividi soprattutto a chi si ricorda dello stupendo e agghiacciante film Elephant di Gus Van Sant (2003), Palma d’oro a Cannes, sulla strage della Columbine High School: i due protagonisti adolescenti agiscono nella totale assenza di emozioni. La parola «fragilità» ricorre come un mantra e diventa una sorta di rumore di fondo che lascia insoddisfatti; come se i genitori non fossero fragili a loro volta. Vi ricorre anche Massimo Ammaniti intervistato sulla “Repubblica” (30/5) da Maria Novella De Luca: «Siamo al corto circuito tra una scuola sempre più fragile e famiglie che giustificano tutto (...). È fondamentale che i prof vengano preparati a gestire la complessità delle nuove generazioni. Altrimenti la distanza con i ragazzi diventerà sempre più profonda». Improbabile che l’intervista sia stata letta da Federico Gaetani, 17 anni, 116 mila followers su Instagram e quindi a buon diritto definito “Influencer”, intervistato da Maria Sorbi sul “Giornale” (31/5). Dichiara la sua ammirazione per il prof di filosofia: «Lui dice che l’ora di ricevimento andrebbe fatta con i ragazzi e non con i genitori». Andrebbe organizzata, e ben gestita, ma non è un’idea balzana, anzi; anche leggendo sul “Corriere” (31/5) la frase di Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, nel servizio di Gianni Santucci ed Elisabetta Andreis: «C’è un vuoto di comprensione, le azioni dei ragazzi sembrano improvvise e non annunciate, eppure non è così». Il commento più lucido è forse quello di Cecilia Lavatore sul “Messaggero” (30/5). Giovani «eccezionalmente insicuri», che faticano a dare un nome alle proprie emozioni, che «si disistimano»; ma attenzione, i giovani sono anche altro e molto altro avrebbero da dire sul «mestiere di vivere». (Continua sabato prossimo). © riproduzione riservata
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