mercoledì 25 giugno 2008
Domenica su "Repubblica", ma 400 anni dopo, leggiamo "Cosa ci insegna l'abiura di Galileo". Convinti, loro, il lettore Mainetto e il pensoso Augias a p. 28: ci insegna "il danno che la"Chiesa cattolica ha procurato allo sviluppo delle conoscenze scientifiche in Italia" e "che continua a fare"perché fondata su "un principio metafisico - ma con vicario ben presente tra noi - antitetico ad un sano spirito scientifico". La riflessione nasce dal fatto che quel 22 giugno, è anniversario della storica "abiura" di Galileo. E Augias? Ringrazia del ricordo molto importante e della validissima lezione di Mainetto. E così per loro due dopo 400 anni la Chiesa è ancora la stessa: nemica della scienza e della libertà. Si sa: Augias lo proclama ogni giorno lassù su "Repubblica" e in Tv ad ogni ora. Con un guaio, però: non ci crede quasi nessuno! Lui non capisce perché, ma è così. La ragione è che chi pensa che il tempo si fermato, sta fermo lui. P. es. fermo all'abiura di Galileo, che però era andato avanti. Aveva già capito, e a poco a poco lo hanno capito tutti, anche uomini di Chiesa che gli hanno chiesto pubblicamente perdono - a Mainetto ed Augias la cosa deve essere sfuggita, Ndr - avendo inteso bene l'altra sua lezione, che "la fede non ci dice come vanno i cieli, ma come si va in cielo". E' davvero un peccato vederli ancora attaccati lì, a quel palo vecchio di 4 secoli, mentre il mondo e la Chiesa hanno camminato tanto. E' un "destino cinico e baro", come diceva l'illustre "laico" Giuseppe Saragat. Ma lui parlava solo di politica e le lezioni di Galileo le aveva comprese bene: infatti di suo era credente.
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