Una santità coniugale e una fede generativa
giovedì 3 marzo 2022
Quella di santa Cunegonda è una storia di santità coniugale, poiché anche il marito, l'imperatore Enrico II appare nell'elenco dei santi. E fu sicuramente l'imperatrice a mettere il seme della testimonianza eroica di fede nel proprio matrimonio, perché proprio il suo modo di vivere il Vangelo spinse Enrico a non ripudiarla quando si accorse della sterilità della consorte. Nata in Lussemburgo nel 978, a 20 anni Cunegonda sposò Enrico, che nel 1002 fu incoronato re di Germania e nel 1014 imperatore. Poiché la moglie non poteva dargli una discendenza, il sovrano avrebbe potuto ripudiare la donna, secondo il diritto germanico, ma decise di condividere con lei questo stile di vita. Nel 1007 i due coniugi sovrani fecero costruire il Duomo di Bamberga e un'abbazia benedettina. Con la propria dote poi Cunegonda fece erigere il monastero benedettino di Kaufungen nel 1021. Fu qui, che nel 1025, un anno dopo essere rimasta vedova e aver retto l'Impero per qualche mese, Cunegonda si ritirò a vita monastica. Morì nel 1033 o, secondo alcune fonti, nel 1039.
Altri santi. Santi Marino di Cesarea e Asterio, martiri (III sec.); san Tiziano di Brescia, vescovo (V sec.).
Letture. Romano. Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25.
Ambrosiano. Qo 8,16-9,1a; Sal 48 (49); Mc 13,9b-13.
Bizantino. Gen 2,4-19; Pr 3,1-18.
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