domenica 2 luglio 2017
Diciannove secoli di vita di Cuma, nell'area flegrea, tornano alla luce con il nuovo scavo dell'équipe di archeologici del Centre Jean Bérard di Napoli. Al lavoro più di venti giovani studenti di archeologia non solo italiani ma provenienti anche dalla Francia e dal Brasile. «Il nostro è stato un vero viaggio nel tempo dal sesto secolo avanti Cristo al tredicesimo secolo dopo Cristo – spiega Priscilla Munzi, dirigente di ricerca del Centr Jean Bérard di Napoli e del Cnr di Francia –. Una stratigrafia della necropoli di Cuma».
Dalla tomba di età arcaica a quella di epoca romana fino a quelle più importanti dell'età imperiale, dalla tomba a inumazione dell'età del ferro, risalente al 900 a.C. rinvenuta in un abitato arcaico e greco-romano, ad una struttura addirittura del tardo Medioevo: una autentica torre difensiva con ambienti artigianali, edificata su mura pre-esistenti, esterna all'area della porta mediana della città. E ancora un portico localizzato nell'area del Foro, nel periodo sannita e improvvisamente interrotto.
La campagna di scavo ha visto all'opera gli studenti, tra i dieci e i dodici anni, della scuola francese Alexandre Dumas di Napoli. «Cuma ha ancora tanto da dire»; dice Munzi. È stata infatti la città dove otto secoli prima di Cristo, per opera di coloni dell'isola greca Eubea, nacque l'alfabeto poi usato dalle genti europee. Ma anche la più antica colonia greca d'Occidente e da cui nacque quella che prima di essere Neapolis fu Partenope e poi Palepolis.
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