giovedì 14 maggio 2015
Effetti di libertà anche i cervelli in libera uscita. Visto martedì con le fantasie dello “storico” sulla Sindone dichiarata “falsa” al 100%, con zero argomenti. Ma al peggio non c'è limite e su “Repubblica” (11/5, p.12) ecco gli “sragionamenti” di Norberto Fuentes, «scrittore (lui scrive, ndr) cubano per anni vicino a Castro», ma che poi «ha scelto l'esilio». «Per anni» aveva capito tutto male e poi se n'è andato, ma quanto a «capire male» pare sia una sua fissa su molte altre cose. Lo leggi infatti e trovi sbandierate allegramente leggerezze furbe e arroganze superficiali: per esempio «la Chiesa al servizio delle classi dominanti», ovviamente sempre, e con dotto e allusivo rimando a Marx, «Ach, Karl!». Chiesa sempre spettatrice passiva e addirittura complice di colli umani spezzati con la “garrota”, col racconto truce di un vecchio «cardinale con amante», che poi per riconoscenza verso «il vecchietto» gli «aprì la testa calva con l'anello cardinalizio»! Insomma una Chiesa indubitabilmente e sempre dedita alla «polverizzazione della Rivoluzione cubana». Seguono poi anche accuse di complicità col regime nelle note vessazioni degli omosessuali, come tali «nemici del comunismo». Leggi, ti interroghi sui motivi di tanto accanimento fantasioso e capisci tutto in coda: a Fuentes non va giù che Raúl Castro sia affascinato da Francesco, al punto che per sé parla di possibile «ritorno alla fede cattolica», mentre in realtà è lui quello che starebbe concedendo il perdono di tutto a Francesco e alla sua Chiesa, sempre nemica del popolo, della libertà e del progresso… Se a Cuba ci sono stati dei cambiamenti in meglio (quanto è buono, lei!) certo «non si devono a Dio». E già: a Fuentes non sfugge il senso profondo del tutto, che è… il nulla. Ecco infatti la sentenza finale: «Niente di nuovo a Cuba». Neanche in pagina!
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