giovedì 29 luglio 2010
«Porta Pia: il comitato non fa breccia»: ieri su "Europa" (p. 1) Alessandro Roveri riprende da "Repubblica" una pagina di La Rocca sui preparativi del centoquarantesimo anniversario di Porta Pia. Toni già accesi tra rivendicazioni e lamenti, e in conclusione egli ricorda che nel 1970 a "celebrare" il centenario a Porta Pia con una Messa, e nientemeno per volontà di Paolo VI, fu il cardinale vicario Dell'Acqua. Già: la storia vera " non quella raccontata in tante pagine " non è mai solo in bianco e nero, ma ha tanti colori e svariate sfumature. La fine del potere temporale, con buona pace di tanti laicisti e anche di certi nostalgici del "Papa Re", ebbe molti colori e alcuni dimenticati vanno, viceversa, rammentati per rispettarne la realtà ed impedire di presentarla, sia come sconfitta di Chiesa e fede, sia come evento da superare restaurando un Papato, potere tra poteri di questo mondo. Ecco allora per esempio la vicenda complessa di Carlo Passaglia (1812 - 1887) gesuita, prete e teologo coltissimo, il prediletto di Pio IX per la preparazione e la definizione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria (1854), che nel 1862 organizzò la raccolta di 10.000 firme di preti italiani per chiedere al Papa la rinuncia a Roma e allo Stato pontificio! E si pensi a cattolici come D'Azeglio, Manzoni, Rosmini... e, ancora per la complessità, ricordo che del drappello di soldati italiani che sparò la prima cannonata a Porta Pia faceva parte il giovanissimo Carlo Amirante, poi prete a Napoli, dove visse venerato dal popolo e morì nel 1940 "in odore di santità". Che dire? Che oggi le "crociate" vanno bene solo per le "parole", e che quindi la loro collocazione appropriata è la "Settimana enigmistica"!
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