Così Wilson rilegge il “Vespro” di Monteverdi
venerdì 28 luglio 2017
Le celebrazioni del 450° anniversario della morte di Claudio Monteverdi (1567-1643) hanno rinnovato l'attenzione sulla straordinaria produzione del maestro cremonese, figura di primissimo piano nella rivoluzione che ha caratterizzato il panorama musicale a cavallo tra XVI e XVII secolo. Per quanto riguarda le opere da chiesa, non è la prima volta che autorevoli interpreti si cimentano in «versioni alternative» rispetto al Vespro della Beata Vergine del 1610, generalmente attingendo alla raccolta della Selva morale e spirituale (1641). L'intrepido Roland Wilson si è invece spinto ancora oltre e, a capo degli ensemble La Capella Ducale e Musica Fiata, ha ricostruito un ipotetico Vespro della Beata Vergine ricavandolo dal volume Messa a quattro voci et Salmi, pubblicato postumo nel 1650 a Venezia dall'editore Alessandro Vincenti, che nella prefazione ebbe modo di affermare: «Queste sacre reliquie dell'opere dell'Eccellentissimo Monteverde, che non senza miracolo dopo la morte di lui mi toccò pietosamente raccogliere, vengono ora pubblicate da me per soddisfare alla comun divotione...». E al grande pubblico Wilson e compagni ce le riconsegnano intatte nei loro sfavillanti colori, affiancate da alcuni Mottetti di Giovanni Rigatti (1613-1648) e Alessandro Grandi (1577-1630) e dalle Sonate di Massimiliano Neri (1623-1673). Tra il virtuosismo contrappuntistico dei salmi Dixit Dominus à 8 e Laetatus sum à 6, ma anche una versione meravigliosamente elaborata delle Litanie della Beata Vergine à 6, il genio monteverdiano si esprime qui nella sua statura assoluta, attraverso una vasta gamma di combinazioni ritmiche e timbriche, una ricchezza di soluzioni stilistiche e contrasti espressivi che segnano un punto di non ritorno per l'evoluzione della “moderna pratica”.


Claudio Monteverdi
Vespro della Beata Vergine (1650)
Roland Wilson
Deutsche Harmonia Mundi. Euro 19
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