sabato 20 aprile 2013
Il volo di un grande uccello segue per un poco a mezz'aria l'argine sinistro, sfiorando i canneti grigioverdi che si allungano pigramente sull'acqua.Naaman il profeta si bagnò sette volte a queste rive, al tempo del profeta Eliseo quando nella Samaria circondata dagli Aramei mezzo chilo di sterco di colombo costava novecento grammi d'argento. In quel tempo i Baal insidiavano il culto e la terra di YHWH. C'era guerra feroce tra gli adoratori dei Baal e i suoi fedeli. Scattavano agguati. Si aprivano gole. Teste spaccate da asce di pietra. E gli dei stavano ad assistere dalle cime dei monti o attaccati come falchi ciechi alle braccia dei guerrieri. Naaman il profeta raccolse due sacchi di terriccio dal Giordano per portarseli nella regione straniera dove si sarebbe recato, e così poter comunque adorare il Signore sulla sua terra. La terra, il Dio. La stirpe. Cos'altro conta? Per un attimo Giovanni sosta disteso, gli occhi sbarrati al cielo vasto. Una formica gli cammina sul dorso della mano ancora distesa lungo il fianco. Quando si alza rapido come un puma anche i suoi discepoli si alzano, nascosti nei canneti, sui cespugli lungo le rive in qualche cavità. Lo cercano con lo sguardo, alzano i musi, ne annusano la presenza come cuccioli. Come se avessero paura di perderlo. Cosa griderà oggi?
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