martedì 28 gennaio 2014
I cortocircuiti elettrici li vedi subito: si fa buio. Ma gli altri? Se p. es. a "Domenica In" invitano Odifreddi – per me anche un amico – a discutere sulla credibilità di Medjugorje è corto circuito: come un astemio totale chiamato in giuria per dire se il vino in un bicchiere è buono o cattivo, e senza berlo! Per lui il vino non esiste! Altro cortocircuito più nascosto ieri su "L'Unità" (p. 16), e uguale contraddizione. Per Carlo Flamigni «gli articoli di Avvenire che riguardano la medicina della riproduzione» sono «generalmente utili» – grazie! – ma lui è totalmente contrario con un'obiezione di fondo espressa per concludere la sua requisitoria. Eccola: quelle sono posizioni cattoliche. Già, anche se si tratta di articoli che informano su ricerche rese note da pubblicazioni scientifiche di grande prestigio! E allora? Allora ecco: «Le sette religiose hanno il diritto di esprimere le loro opinioni e di farle seguire dai loro seguaci» – ancora grazie! – «ma è odioso che esercitino ogni sorta di pressione… per influenzare il legislatore». Dunque – a parte quell'ingiustificabile «le sette» – chi crede può parlare di fede, ma se è uno scienziato e se scrive su un giornale cattolico non può occuparsi di scienza! Si renderà conto, l'opinionista, dell'assurdità che ha scritto?
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