lunedì 19 aprile 2004
Per l"editrice Salani, Silvia Giacomoni ha riscritto «La nuova Bibbia» (solo AT) e Natalia Aspesi, la titolare della posta del cuore sul Venerdì, l"ha recensita su Repubblica (domenica 11). Ci voleva questa nuova edizione destinata ai bambini per indurre la Aspesi a scoprire finalmente la Bibbia. Sentite come: «L"ho comprata un paio di giorni fa per frivola abitudine professionale, per confrontarla con la sanguinolenta Passione dell"integralista Mel Gibson, ma anche per prepararmi ad affrontare con un minimo di informazione il lavoro della Giacomoni». E così ha scoperto anche che, «se in una libreria sofisticata come la "Milano libri" si vendono tre o quattro Bibbie all"anno, più in tempo di cresima e comunione, qualche decina delle versioni per bambini, se si va alla ricchissima e austera "San Paolo", si viene travolti dalla offerta massiccia di Bibbia». È davvero brava la Aspesi: non l"aveva mai letta, l"ha scorsa in due giorni, ma già sapeva che Gibson è un «integralista» e si sente in grado di recensirne una riduzione per ragazzi.Invece Michele Serra, che probabilmente frequenta la stessa libreria della Aspesi in via Verdi, è rimasto «sbalordito» per «la dignità» di un lettore che, prossimo alla morte, aveva scritto a Repubblica di tenere sul comodino soltanto Seneca, perché in quel modo «l"ultimo letto di un miscredente avrà la stessa dignità dell"ultimo letto di un cardinale». Mai pensato diversamente, io, ma a prescindere da Seneca. A quel poveretto, però, suggerirei di passare in via Verdi prima che esauriscano il Libro. Chissà che non gli faccia raggiungere, oltre alla dignità, la stessa serenità di un buon cardinale moribondo.
GLI SBRIGATIVIAncora sul film di Mel Gibson. Si conferma l"impressione che i "laici" si collochino, davanti a questa abbastanza veristica rappresentazione della Passione di Cristo, in posizione di timore: non vogliono essere coinvolti. Una certa Gemma Contin esorcizza così, su Liberazione (martedì 13), i contenuti del film: «Nessuno ricorda alle masse in ascolto, che la storia di Gesù Cristo è una leggenda che la Chiesa cattolica [...] ha inventato [...] Non c"è nessuna prova né storica né scientifica della nascita, della passione e della morte di Cristo». Invece una prova delle affermazioni della Contin c"è: è «il bellissimo libro di José Saramago "Il Vangelo secondo Gesù", che racconta questa stessa leggenda in chiave "umana", e non è altro che un romanzo». Da bravo "laico" Eugenio Scalfari è forse più radicale e, sul Venerdì di Repubblica (16 aprile) se la cava sbrigativamente così: «Lo scandalo della croce [...] si declina in questo modo: gli uomini hanno elevato la sofferenza consapevolmente accettata e vissuta a immagine divina. Gesù non è il figlio di un dio inesistente, ma viene "eletto" dio in forza del suo martirio di innocente». Almeno, però, salva la storia. Infine, su Il Messaggero (domenica 11), tabellone pubblicitario: Vanity Fair, con solo 2,50 Euro in più, è in edicola, questa settimana, con «"I Vangeli", edizione integrale, per vivere e capire "The Passion", il film del momento». Ma guarda, persino il Vangelo può essere utile...
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