Corre anche l'export di fiori
domenica 14 novembre 2021
Non solo buoni vini e ottimi formaggi, ma anche bellissime piante e meravigliosi fiori. L'agricoltura nazionale dimostra di saperci fare anche nel florovivaismo. Certo, forse le esportazioni del comparto non oltrepassano gli oceani come quelle vitivinicole oppure lattiero-casearie, ma il successo è indubbio. Soprattutto e si guarda alla capacità di ripresa dimostrata in questi ultimi mesi. Eppure, anche in questo caso le nubi all'orizzonte sono piuttosto preoccupanti. Stando agli ultimi dai Istat a disposizione, quest'anno le vendite all'estero di fiori e piante nostrane sono cresciute del +31%. Ripresa a tutti gli effetti, visto che nel 2021 le richieste all'estero di “verde italiano” hanno superato anche i livelli pre Covid del 2019. Secondo alcune proiezioni dei coltivatori diretti entro la fine dell'anno le esportazioni potrebbero “sfiorare il valore di 1,4 miliardi di euro con un +55% rispetto al 2020”. La quasi totalità (94%) delle esportazioni di piante e fiori italiani – dice Coldiretti - è diretta verso l'Europa con tre Paesi, Germania, Francia e Olanda, che concentrano più della metà (58%) degli acquisti di fiori italiani. E le prospettive potrebbe essere più che rosee. Le esportazioni infatti potrebbero crescere ancora di più con la rimozione di blocchi fitosanitari (i coltivatori dicono “spesso pretestuosi”), che ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni Paesi. Il fatto è che non tutto appare essere così facile. Ad iniziare proprio dalle regole fitosanitarie. L'esempio è quello della Brexit che, secondo l'organizzazione agricola dei coldiretti, potrebbe generare nuove norme “non in linea con quelle Ue”. E non basta. “A minacciare la ripresa del settore florovivaistico – spiega ancora Coldiretti - è ora l'impennata dei costi di produzione con aumenti fino al 25% delle materie prime per imballaggi, energia, concimi”. Poi ci sono i costi di trasporto. Secondo l'ultima analisi del centro studi Divulga in Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08) e la Germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell'Europa dell'Est.
Quindi che fare? Per i coltivatori la strada è quella dell'efficienza della rete infrastrutturale e dell'attenzione alle materie prime. Poi ci vogliono certamente coordinamento e cooperazione.
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