mercoledì 26 luglio 2017
C'è la siccità: di chi è la colpa? «Non piove, governo ladro!». L'approccio italiano ai problemi che diventano emergenza è sempre uguale: cercare un colpevole. Ieri un quotidiano non lasciava scampo: «Per un chilo di riso 3.400 litri d'acqua». Così il benestante appena uscito dalla doccia, sfogliando il giornale al bordo della piscina, si sarà indignato: perché lo spreco è nell'agricoltura, mica nei comportamenti poco ponderati di tutti i giorni...
Ogni italiano, secondo le statistiche, consumerebbe 245 litri d'acqua al giorno. Troppi. Bisognerebbe insegnarlo nelle scuole all'ora di educazione civica, che nulla è inesauribile e quindi non si può sprecare, a cominciare dall'acqua. Quest'anno la siccità, che non è un fenomeno nuovo, sta picchiando duro, con danni all'agricoltura nostrana che si avvicinano – secondo Coldiretti – ai due miliardi di euro. Le vacche producono meno latte, le patate sono piccole e i cereali daranno un raccolto ridotto di almeno un terzo. Solo la vite sembra trarne beneficio ma, se non arriva la pioggia, lo stress idrico può provocare spiacevoli sorprese anche lì.
Il problema della gestione delle acque attraversa tutti i popoli e la sua carenza è causa di conflitti, di spostamenti di interi popoli. Per questo la cultura del non spreco, ma anche quella del riciclo dell'acqua piovana che informava i nostri nonni, dev'essere posta all'ordine del giorno. Cercare un colpevole è solo la strada più semplice.
Fortunatamente c'è anche chi ha qualche idea, come la costruzione di bacini d'acqua medi e piccoli; il progetto è stato presentato a Palazzo Chigi nei giorni scorsi, a fronte di una previsione nei prossimi 30 anni di almeno il 20% d'acqua in meno. Certo non può essere l'agricoltura il colpevole di ogni male, anche se il 51% del consumo idrico è destinato all'irrigazione; c'è un 20% destinato all'uso domestico, cui fa da contrappeso una percentuale uguale per l'uso industriale.
Quello che s'è capito, davanti alla proclamazione dello stato di calamità in 10 Regioni, è che si può correre ai ripari cambiando subito mentalità. Se infatti l'agricoltura investe in tecnologia per scelte mirate nell'irrigazione, il risparmio arriva; così per gli usi domestici e industriali. Ma questa "correzione" può avvenire senza passare per una nuova tassazione? Per ora nessuno ne parla, anche perché l'acqua la consumiamo proprio tutti e quel "tutti" sono elettori, voti... Siamo sotto una nuova campagna elettorale, che rischia d'essere avara di proposte, come la siccità di questi giorni, mentre sarebbe interessante sapere come i vari schieramenti risolverebbero un problema che non è di poco conto. Che si fa per l'acqua? Abbiamo sete di politica.
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