sabato 7 giugno 2014
Chiamiamola “ventesima”. È una cifra pari al 5% dei ricavi di un'impresa che agisce nella periferia sud di Milano e che ha dato vita a una forma concreta e semplicissima di solidarietà. Carlo Marnini, titolare di un piccolo gruppo di agenzie immobiliari, aveva lanciato l'allarme su un periodico di zona: i bisogni intorno a noi crescono, per molte famiglie la crisi è ancora drammatica, dobbiamo fare qualcosa. Il tempo di stringere gli accordi con il Banco Alimentare ed ecco che in un locale di via Costantino Baroni inizia la distribuzione di “pacchi” molto diversi da quelli che si vedono ogni sera in televisione. Contengono olio, pasta, biscotti, marmellata, tanti altri generi di prima necessità. A beneficiarne sono, al momento, sessanta nuclei familiari, soltanto tre dei quali composti da stranieri. Sì, ma i fondi dove vengono? Dalle attività di Marnini, che per finanziare Volontariamente (questo il nome dell'associazione) ha deciso di rinunciare al famoso 5% dei guadagni. Ma ci sono anche gli abitanti della zona che, sempre più spesso, passano in agenzia e lasciano una borsa della spesa piena di vettovaglie da distribuire. Nel frattempo qualcuno riesce a risollevare la testa, almeno quanto basta per rinunciare al famoso pacco. Altri, però, si mettono subito in fila. Dove non arriva l'associazione, intanto, agisce il contagio: i vicini si parlano, si confidano, qualche confezione di pelati passa con discrezione da una dispensa all'altra. Ci sono tanti modi, in fondo, per applicare la “ventesima”.
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