mercoledì 27 settembre 2006
«La Chiesa all'attacco sull'euta- nasia»! Titolo ieri sulla "Stampa" per una parola del cardinale Barragan. Ma le Agenzie lunedì davano sul tema 300 dichiarazioni di politici in cerca di palcoscenico, e ieri pagine piene di termini confusi tra loro: "eutanasia", "accanimento terapeutico", "testamento biologico", "lotta al dolore" ecc.! E l'obiettivo è "La Chiesa"! Al solito, qualche politico di lunghissimo corso e di ripetuti digiuni calcolati per lo spettacolo strilla: "la Chiesa manca di pietà", "pretende", "impone". Cambiano le "cavie": dopo Coscioni, Welby, il copione è lo stesso" Perciò qui "lupus" sul serio "preventivo". Altro è "eutanasia", cioè provocare attivamente la morte di una persona, per la morale cristiana e cattolica sempre omicidio, altro rifiuto dell'accanimento terapeutico, che può voler dire sospendere i mezzi per prolungare una vita solo vegetativa ormai irreversibilmente indirizzata alla morte. Questo non è eutanasia, chiunque può chiederlo preventivamente, ma chi gioca sull'equivoco è disinformato o in malafede. La Chiesa dunque non "attacca", ma è spinta dall'attualità a ribadire una posizione chiara da decenni, ricordando che la vera risposta al dramma del dolore terminale è la vicinanza di chi assiste, consola, accompagna ed aiuta anche con una efficace terapia antidolore. Il dolore come tale non è un valore: solo l'amore gli dà senso e importanza. È necessaria una legge in materia? Se ne parli liberamente tutti, Chiesa compresa, senza imbrogli e strilli da baraccone.
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