sabato 23 agosto 2014
Quanta pioggia questo mese d'agosto. In montagna o al mare, dove avevamo programmato qualche giorno di vacanza, nuvole cariche d'acqua ci hanno sempre accompagnato e in fretta è tramontato quel piccolo progetto di una fuggevole allegria o di un riposo tanto atteso. Siamo ancora dipendenti dai fenomeni del tempo, quasi come i primi uomini che adoravano il sole, o come la gente del Medioevo che faceva processioni per chiedere al Dio del cielo e della terra che mandasse l'acqua per le campagne. Preghiere che si trovano ancora nei vecchi messali delle nostre nonne. Anche se siamo riusciti a ottenere prati verdi nel deserto, a costringere fiumi a rallentare la corsa per formare laghi con dighe immense, un giorno ci scopriamo inermi di fronte a fenomeni naturali che sconvolgono i nostri piani portando morte e povertà. Ma dall'altra parte del nostro mare che sembra diventare ogni giorno più ristretto, ci sono popolazioni che muoiono di sete. E le guerre che sconvolgono di nuovo la nostra terra, al di là delle distruzioni e delle vite perdute, distraggono il mondo dallo studio e dal lavoro per migliorare il nostro sistema di vita e ci impegnano alla produzione di armi sempre più devastanti da inviare lungo le sponde del Mediterraneo. I conflitti che confondono principi di religione con pretese di potere ci lasciano indifferenti e, mentre consumiamo il pasto alla nostra tavola, cambiamo canale. Dovremmo meditare cosa ci ha portato a questo vedere e sentire solo ciò che direttamente ci colpisce e ci fa male, chiudendo gli occhi senza ribellione né richiesta di giustizia per i fratelli lontani. Papa Francesco chiede aiuto ai giovani del mondo per ricostruire una pace che sembra ancora una volta perduta. La sua voce è forte e appassionata quando chiede una collaborazione fra le religioni al fine di costruire assieme la vera pace sotto lo sguardo di Dio. Il problema è cosa può fare ognuno di noi, nel suo limitato mondo quotidiano, per portare equilibrio, saggezza, pazienza per contrastare questo vento di guerra che parte dai confini del nostro mare e minaccia di nuovo il mondo. Nelle famiglie, nel quartiere vicino, fra i compagni di lavoro portare sempre il nostro impegno per la comprensione dell'altro, per trovare soluzioni di pace, chinarsi verso chi ha meno, regalare fiducia a chi non sa crescere da solo. Sembrano piccole cose, ma sono alla base di una vita comune e positiva. Vista dall'universo questa terra sembra abitata da un popolo di folli che si uccidono senza ragione, invece di godere delle sue bellezze.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: