giovedì 13 marzo 2008
"L'Unità" di ieri e due spigolature. La prima tutta positiva. A p. 1 l'appello del ministro Livia Turco affinché al più presto ci sia anche da noi una legge per la massima diffusione di terapie del dolore efficaci e proporzionate, ancora oggi bloccate da incuria e pregiudizi. Giusto. È un crimine verso centinaia di migliaia di sofferenti che tra l'altro rende meno credibile e più difficile la doverosa resistenza ad una deriva eutanasica. Se qualcuno pensa che la Chiesa e la sua dottrina siano di ostacolo, non conosce né l'una né l'altra. Malpelo spera che l'appello sia al più presto realtà. Seconda spigolatura positiva a metà: stessa "Unità", stessa pagina, saggio articolo di Stefano Ceccanti: "Bagnasco-Ruini: se i toni cambiano". Titolo davvero giusto. Ciascuno ha i suoi toni, e vale anche per i presidenti della Cei, ma si noti che la musica è la stessa, irrinunciabile. Una saggia politica italiana, ovviamente "laica", deve fare i conti con essa, non può pretendere di deciderne spartito e contenuti. È musica che suona da secoli: liberamente la si può ascoltare o rifiutare, ma non strilli all'interferenza e poi non dia la colpa dei propri fallimenti ai "soliti preti". Anche questa è autentica laicità: libertà per tutti di parlare e di proporre, e per tutti di accettare o rifiutare, sapendo però cosa comportano l'una o l'altra opzione. Può dispiacere, se piacciono solo "i toni", ma i contenuti restano quelli: l'autore dello spartito è un Maestro con "m" maiuscola, e non cede a nessuno la bacchetta. I "musicisti" lo sanno, e gli sono fedeli.
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