giovedì 21 giugno 2012
Promesso: torno su Einstein. Sabato su "Repubblica" Augias cercava di arruolarlo contro ogni religione, invece – con parecchie citazioni – ieri ho mostrato come abbia sempre creduto in Dio. E sulla Chiesa? È frequente – anche in Augias – l'accusa alla «Chiesa solo affari e potere». Che ne pensava Einstein? Ecco: «Essendo amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università… Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani... Ma anche loro vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Prima io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale…» (Intervista a "Time Magazine", 23/12/1940, p. 40). Parole di un testimone diretto. E penso a quante volte – anche da Augias e su "Repubblica" – si è sentito dire o si è visto scrivere più o meno violentemente che Pio XII è stato «il Papa di Hitler». Ieri, ho ricevuto una simpatica e frizzante lettera: un lettore sorrideva su certi atei nostrani, fanatici sempre in armi. I fanatici possono esserci e ci sono anche tra i credenti, ma un vero fanatico è già traditore del Vangelo. In proposito – sempre Einstein – una citazione: «Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" – non possono sentire la musica delle sfere» (Isaacson: "Einstein: His Life and Universe", Simon & Schuster, 2008). Può bastare.
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