mercoledì 20 giugno 2018
L'Istat ha fotografato i ruoli dei coniugi in famiglia e con sorpresa si scopre che... son tornate le casalinghe. Secondo i dati del rapporto 2018, infatti, una donna su tre lo sarebbe a tempo pieno.
Da qui una serie di considerazioni sui ruoli femminili e maschili, dove si evince che l'uomo appare sempre più “impegnato” (si fa per dire) in cucina ma solo come divertissement, seguendo una moda imposta dai modelli televisivi. Che dire? Anni fa si diceva che le casalinghe degli anni Sessanta impiegavano almeno due ore al giorno a cucinare, mentre vent'anni dopo erano scese a 40 minuti... ma per scongelare.
In mezzo a tutto ciò un conto non torna: lo spreco del cibo, nel senso degli acquisti che finiscono direttamente nei cassonetti. Il quadro è complesso, giacché si imputava lo sperpero di cibo al fatto che i coniugi avevano sempre meno tempo a disposizione, per cui la spesa fatta una sola volta la settimana comprometteva la conservazione degli alimenti stessi. Ma se oggi sono tornate le casalinghe, lo spreco non dovrebbe esserci... E invece non è così, si sciupano soprattutto frutta e verdura acquistate in quantità che non si riescono a conservare.
Qui entra in gioco l'offerta commerciale, che propone acquisti convenienti in quantità superiori al fabbisogno di tre giorni. Qualcosa insomma s'è ingarbugliato, ma soprattutto è sparita quella fonte aurea del risparmio che è la spesa quotidiana, metodo che tra l'altro permette di variare gli alimenti secondo la regola della dieta mediterranea.
Si rende dunque necessaria una vera e propria opera di controinformazione: non s'è mai letto di una campagna pubblicitaria dedicata al valore della spesa quotidiana, che tuttavia diventa ora una necessità economica e salutistica. Certo occorre investire del tempo nel fare la spesa, un poco tutti i giorni, il che avrebbe però anche il valore di farci riscoprire ciò che le stagioni portano in tavola. E domani, solstizio d'estate, dovrebbe essere il giorno del racconto di come procede la natura.
Cosa arriva in tavola con l'estate, quali valenze hanno i frutti che crescono con la potenza del sole? E dove sta la fonte dell'acquisto migliore, se non in quella campagna ancora viva che lambisce le grandi città, dove proprio la casalinga avrebbe agio di fare i giusti acquisti, con un sapore diverso da quei prodotti tutti uguali tolti dalle celle frigorifere e messi su un bancone?
Si noti che non abbiamo fatto altro se non invitare a un cambiamento di mentalità. Che poi è quella dei nostri vecchi, ben coscienti di essere al centro di un ordine dell'universo cosmo. E non delle politiche di un centro commerciale.
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