venerdì 31 agosto 2012
Ci mancava solo la moglie di Berbatov. Il calciomercato più povero e sconclusionato di tutti i tempi non ha solo rivelato il pressapochismo dei nostri dirigenti, capaci di saltare di palo in frasca, di buttarsi sul centrocampista o il difensore dopo aver perduto l'attaccante, pur di portare a casa qualcuno da offrire non tanto all'allenatore quanto al popolo. Non è bastato, agli avventurosi mercanti privi di idee e spesso anche di competenza, “sfogliare” il web come se fosse l'Almanacco Panini alla ricerca di un inesistente campione cui affibbiare l'etichetta di top player (ce ne saranno dieci in tutto il mondo, e chi li ha non li molla, Milan escluso): sono arrivati addirittura a contendersi Dimitar Ivanov Berbatov, un attaccante di trentadue anni di cui c'interessammo undici anni fa, quando fuggì dal Cska di Sofia al Leverkusen mentre stava per firmare per il Lecce: farfallone ma non stupido, se è vero che la scelta di allora lo portò prima al Tottenham eppoi al Manchester United dove si è divertito per quattro anni arricchendosi. Vista la fine che ha fatto il Lecce, si sarà chiesto dove l'avrebbe portato una scelta italiana. E pur di restare in Inghilterra, dove la sterlina gode ancora buona salute lontana dai fantasmi dello spread, si è inventato il diktat della moglie: o Fulham o morte. Sarà anche vera, questa passione inglese di Lady Berbatova: io avrei cercato di convincerla con buoni argomenti, tipo «tesoro, sai che se andiamo a Firenze finiamo a casa di Diego Della Valle, quello della Tods, quello delle scarpe di Nicole Kidman (44 di piede come Greta Garbo, ndr) e delle borsette di Sharon Stone?». Per me, neanche l'ha consultata, prima di decidere di passare al Fulham - che, per chi non lo sapesse, è una squadra di Londra - per godersi la Swinging London e le delizie del Craven Cottage, uno dei dieci stadi più belli del mondo, dopo quattro duri anni a Manchester. No, per me la moglie non c'entra niente. È stata usata come scusa, proprio come - ricordate? - la moglie di Zinedine Zidane, madame Veronique Fernandez: oh, lei aveva una voglia matta di tornare in Spagna, di trasferirsi a Madrid, «andiamo Zizou, puoi giocare nel Real»; mavalà: così Moggi era riuscito - anche in barba all'Avvocato - a realizzare l'affare più lucroso di tutti i tempi, portando a casa 150 miliardi di vecchie lire; Agnelli ebbe la notizia mentre partecipava a una importante riunione a Parigi, chiamò infuriato Lucianone e quando sentì la cifra andò in testacoda, «Centocinquanta? Niente male». Bene, la cosiddetta fuga di Berbatov mi sembra solo un tocco di fortuna, Lucky Strike, come diciamo noi fumatori. Ma così non si conclude nulla, diranno gli juventini: il mercato è finito, il top player che voleva Agnelli jr. non è arrivato, la Champions incombe. Sapete cosa farei? Con un gesto di grande umiltà (e intelligenza, che non guasta) mi riprenderei Del Piero. Vogliamo parlarne?
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