lunedì 19 agosto 2002
 Sul Corriere della sera (mercoledì 14), il prof. Emanuele Severino tenta ancora di demolire i fondamenti della fede in Cristo e soprattutto la resurrezione. Non solo - scrive - questa, che, sarebbe soltanto una «verità storica all"interno della fede», ma persino «l"affermazione della resurrezione» (i Vangeli) non sarebbero «verità incontrovertibile». Severino precisa: «L"incontro di alcuni uomini con un uomo che pochi giorni prima era stato crocifisso e deposto in un sepolcro» è soltanto «una congettura storica, una fede». Di più: anche quell"incontro non è altro che «il linguaggio, la testimonianza di coloro che assicurano di aver avuto tale incontro». Davvero sorprendente. Proviamo qui a prescindere tanto dal documento, in sé incontrovertibile, costituito dai Vangeli quanto dalle testimonianze della sua verità, nemmeno esse controvertibili, date con tanti martiri. E poniamoci nella logica del prof. Severino. Scopriremo che è una logica suicida che porta inevitabilmente alla demolizione di tutto il suo discorso e, forse, del suo pensiero. Entrambi, infatti, non sono da considerare  altro che «il linguaggio, la testimonianza di chi assicura» di pensare quello che dice. Insomma, l"affermazione che la resurrezione di Gesù è solamente una congettura altro non è che una congettura.Poscritto: la recensione dell"ultimo libro di Severino, curata da Andrea Torno, sempre sul Corriere, si apriva (il 26 luglio), con questa nota: «Ricordiamo che il secolo si è aperto con gli annunci della morte di Dio e si è chiuso senza un pensatore capace di organizzarne i funerali. Il cadavere, poi, non si è più trovato». Tutti elementi sufficienti per concludere che Dio vive ancora e, anzi, gode buona salute.FEDE E SCIIl Manifesto (domenica 11) presenta il pensiero di Raimon Panikkar, «sacerdote, filosofo, scienziato» di sangue indiano, fortemente interessato all"induismo e speranzoso che «dall"Asia possa arrivare quel cristianesimo "post-cristiano"», che ne dovrebbe rappresentare la terza fase storica dopo la «cristianità» («Il Vangelo si unisce con le leggi degli Stati») e il «cristianesimo» («La religione, una dottrina»). In questa terza fase per essere cristiani basterà credere genericamente in Cristo senza che occorra anche «osservare le regole in fatto di divorzio, di aborto, di contraccettivi e così via» e senza «credere alla transustanziazione e alla resurrezione». In poche parole: «Meno dogmi e meno norme etiche, più spiritualità libera» e riconoscimento del «pluralismo nelle pratiche di fede». Panikkar definisce questa fase come «cristiania». Se questo descritto dal Manifesto è il vero Panikkar, il nome è indovinato: è lo stesso del "christiania", lo scivolone che conclude una corsa sugli sci. GENI A PAROLE«Trovato il gene del linguaggio, è il bivio tra scimmia e uomo». Basterebbe inserire questo gene nel dna dello scimpanzé per equipararlo all"uomo (La Repubblica, giovedì 15). Senonché la scimmia parlerebbe senza sapere quello che dice. Come se non ci fossero già abbastanza esseri umani a farlo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: