mercoledì 24 aprile 2013
In certi giorni Dio somiglia al delirio più alto, perché vuole tutto il cuore di un uomo. Giovanni alza il viso verso la folla sull'argine: «Io vi battezzo con l'acqua del fiume caro ai nostri padri. Ma viene uno che è più forte di me, uno… uno al quale io non sono degno neppure di sciogliere il legaccio dei sandali». A queste parole i suoi discepoli lo guardano come piccoli lupi. Il suo sguardo è fermo sui gorghi dell'acqua. «Lui vi battezzerà in Spirito e fuoco». I suoi discepoli stanno a testa bassa vicino a lui. La folla sentendo le ultime parole di Giovanni è restata un po' confusa... Qualcuno accenna ad andarsene, piccoli gruppi si staccano. Poi Giovanni vede uno che cammina da solo. È sulla linea alta delle dune coperte di cespugli dietro l'argine. La sua figura contro il cielo bianco. È un suo cugino, Gesù di Nazareth. Scende verso l'argine, si confonde alla folla, Giovanni lo perde di vista. Ma smette di parlare, si ritira verso gli alberi dove sosta di solito coi suoi discepoli. Loro, vedendo che se ne va lasciando la gente in attesa, lo seguono un po' sorpresi. Ma è uomo di scarti, di ritrosie oltre che di proclami e grida. Non dice niente. Si avvicinano con sguardi interrogativi. Ma quando è così pensoso, nessuno parla. Il giorno esplode in cielo.
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