sabato 19 dicembre 2015
Ieri su "Italia Oggi" (p. 6) è allarme: alla Consulta eletto giudice Giulio Prosperetti, e «ciò nonostante» sia anche «magistrato del Papa… in forza alla Corte d'appello vaticana»! In quel «nonostante» tutta l'ideologia confusa di chi eppur ne scrive. È la (nostra) stampa, bellezza? Sì, ma diventa interessante capire cosa può in certi cervelli "ostare" all'elezione alla Consulta, dopo decine di votazioni a vuoto, di un insigne giurista (grande esperto di diritto del lavoro) per il fatto che altrove ha un diverso incarico professionale. Confusione da commedia: comica! Vale anche per quanto sempre ieri si legge in tante pagine da Pontoglio, presso Brescia, dove il Comune vuole cacciare chi non condivide «la cultura occidentale», e in un solo fascio con questa mette anche l'accettazione «delle tradizioni cristiane». Confusione grave. Mettere sotto un unico titolo cultura e religione vuol dire – ed è stato scritto – pretendere di «imporre le tradizioni cristiane» come biglietto d'ingresso: un equivoco pesante e spiegabile solo con maligna ideologia prepotente, e ciò mentre oggi in nome del Vangelo c'è… uno che dice ai cattolici di «uscire» per andare incontro ad altri. Dunque ecco chi, in nome della sua «cultura» confusa con le tradizioni cristiane, non solo si chiude dentro, ma butterebbe fuori tutti gli altri. E sul "Giorno" ci si mette anche Magdi C. Allam, che al solito confonde cultura e fede, e identifica l'islam tout court con estremismo e violenza. Sempre ieri invece Michele Serra su "Repubblica" (p. 27) ha capito bene: la disposizione del sindaco di Pontoglio è anche in totale contrasto con tutti gli articoli della Costituzione Italiana, e lui è «un eccellente alleato di chi sta architettando la Guerra Santa», dunque del folle «sogno dello Stato Islamico»: identità culturale come identità di fede! Davvero, qui, solo tragedia.
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