martedì 18 dicembre 2012
Nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2013 il Papa ribadisce che la pace vuole una realtà ordinata, e tra ciò che la Chiesa da sempre considera disordinato – ingiustizie sociali, guerra, fame, povertà ecc. – ricorda anche la pretesa di identificare per legge le unioni omosessuali con la realtà del “matrimonio”. Chiesa libera di parlare? Negli Usa sì, anche in Francia, anche in Germania, con diverso ascolto e talora anche senza ascolto. Da noi no! È scandalo. Domenica (“Repubblica”, p. 28) un lettore scrive ad Augias dicendosi «cattolico praticante», ma mostra di non essere intelligente affermando che il Papa «ha creduto bene di identificare le persone omosessuali con uno dei mali che affligge e mina la pace nel mondo». Falso! Augias raccoglie, pubblica e rafforza con l'“autorità” dell'ultimo libro del filosofo "di corte" – stavolta non copiato, vero? – per cui la Chiesa ormai nulla ha a che vedere con Dio e col sacro. Una reazione prevedibile. Non così – almeno per Malpelo – sempre domenica (“Corsera”, p. 16) quella dello storico Alberto Melloni per il quale è inammissibile che il Papa possa difendere la «struttura naturale del matrimonio» da provvedimenti giuridici che «oscurano il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale». Per Melloni questo «attacco frontale» indebito si spiega solo con il suo «contesto»: «in Austria, ma soprattutto in Italia e in Germania» nel 2013 ci saranno le elezioni! Testuale, ma piuttosto misero. Si può discutere tutto, ma pensare, e scrivere senza pudore, che nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace il Papa si consegna alle logiche della politica politicante è davvero troppo.
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