sabato 26 settembre 2015
Avere ragione, stavolta, è conferma di cose cattive. Qui, giovedì scorso, scrivevo che talora il vuoto, in pagina, è in fondo meglio di un pieno ottuso e malintenzionato quasi da crisi isterica. Parlavo di “Libero” che mercoledì in prima aveva zero sul Papa a Cuba. Confermo: anche ieri, forse unico giornale, nulla in prima! E allora speri nel silenzio. Macché! Mezza pagina 12, all'interno, fin dal titolone annuncia così l'intervento di Francesco al Congresso americano: «…Il Papa si sfoga con gli Usa»! E già: uno “sfogo” del Papa contro gli Stati Uniti. Di esso si sono accorti soltanto loro, o quasi, in tutta la stampa del mondo. Non se ne sono accorti neppure i parlamentari presenti, che hanno applaudito 39 volte, e nessuno deve averlo raccontato alle centinaia di migliaia di americani che erano nelle piazze e nelle strade, prima a Washington e poi a New York… Quest'uomo è venuto a insultarvi e a sfogare le sue rabbie di “peronismo” antico, di comunismo mascherato, “sinistrismo” confessato e gli americani come allocchi, a ringraziare e applaudire! Per fortuna che al mondo c'è “Libero” con i suoi cervelli fini e i suoi pasdaran che, pur non essendo ancora convinti che il Papa sia Francesco, non perdono occasione per andare in crisi a ogni sua parola e gesto. Allergia inguaribile. A cosa? Leggi e vedi e ti viene in mente che in realtà sia a quel «nucleo che unifica tutte le cose: “Lo avete fatto a me!”» (Francesco ai vescovi Usa). E allora al Vangelo intero, giacché se c'è una cosa che risalta agli occhi di chiunque li tenga aperti, è che parole e gesti di questo “vicario” sono esattamente quelli del Maestro. Non capirlo, non cercare di capirlo, a ogni evidenza contraria ripetere come un mantra il rovescio è accecarsi da soli. In pagina un vero peccato, e neppure originale: vista la solitudine, pare mortale.
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