giovedì 13 settembre 2018
Bassezze in concorso. Due su “Il Tempo” (9/9, p. 1 e 10/9, p. 10). La prima da Alessandro Meluzzi; «Abbiamo smesso di credere in Dio per credere a tutto». Con un sommarietto preciso, «Bergoglio ha preferito Islamici, Migranti, Marxisti, Africani», leggi che il Papa avrebbe «ridotto la Chiesa a una sorta di piccola Onu», e le sue «omelie hanno sempre un sapore che va da un'arringa a una assemblea politica e nella migliore delle ipotesi a moralismi filantropici da boy scout». Testuale! Ebbene, stesso giorno sui giornali il messaggio di Francesco che raccomanda le tre qualità principali del vescovo cattolico: «Preghiera, annuncio e comunione». Qui l'essenza del servizio pastorale! Roba da «Onu» o da «moralismo filantropico»? E per pietà ometto la conclusione della tirata offensiva, ispirata nientemeno alla «Vergine Maria, voce dello Spirito Santo...». Nero su bianco! Per lo meno pura maleducazione! Medaglia d'oro nel concorso suddetto? Purtroppo no! In volata il giorno dopo le soffia il premio, sempre “Il Tempo” (p. 10) l'annuncio da portafoglio protetto: «Milioni per l'Estrema Unzione». Antonio Sbraga lamenta che negli ospedali si spende denaro per il servizio dei cappellani, per lui identificati con quelli della «Estrema Unzione». Avrà avuto sempre buona salute, il nostro, e di ospedali ne ha frequentati pochi... Beato lui! Fa la lista delle spese: ecco il conto «Solo al San Giovanni tra messe, ostie, vitto e alloggio... in 5 anni»! Da lontano, per sua fortuna. Provi a vedere come vanno le cose dentro le corsie e si accorgerà che c'è qualcosa, nella storia degli ospedali, che va ben oltre l'Estrema Unzione. Basta informarsi, da giornalisti, o magari fidarsi di chi – come chi scrive – in ospedale, da malato e anche da cappellano, ha passato una abbondante porzione di vita.
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