martedì 21 giugno 2022
Stavolta la parola “emergenza” sembra adeguata alla crisi. L'acqua è agli sgoccioli. «Italia senza pioggia: stato d'emergenza» titola il “Corriere della sera” (19/6). Più sbrigativi il “Giornale” (17/6): «Emergenza siccità» e la “Repubblica” (19/6): «Allarme siccità». Si accoda perfino il “Manifesto” (17/6): «Sos desertificazione». Bel gioco di parole per il “Giornale” (18/6): «Po pozzanghera». Scenari apocalittici per “Libero” (19/6): «Assenza di pioggia catastrofica». L'Italia era la terra dei laghi ridenti; oggi piangono, anzi ringhiano. È il Maggiore «Il lago che scompare», senza mezzi termini «vuoto» (“Stampa”, 19/6). «Il Po in secca, il Garda fa muro. “Non avrà la nostra acqua”» (“Repubblica”, 20/6), ovvero prima il Mincio. E solo dopo, forse, il grande fiume di cui Gian Antonio Stella (“Corriere”, 17/6) racconta gli stenti: «Agonia Po». Anche i ghiacciai languono e si spengono. Il “Corriere” (20/6) sale in elicottero: «In volo sulla Marmolada», e riscopre la ritirata irreparabile: di questo passo, sparirà entro il 2050. Drastica e definitiva è la “Stampa” (20/6): «La vita senz'acqua». Commenti tra il rassegnato e l'arrabbiato. «Se l'acqua è un bene primario – chiede Ferruccio de Bortoli (“Corriere”, 19/6) – e siamo tutti d'accordo, perché la gestiamo così male e ne sprechiamo così tanta?». Per il fisico dell'atmosfera Giulio Boccaletti (“Repubblica”, 19/6) bisogna «rivedere del tutto il nostro rapporto con il territorio». Luca Mercalli (“Fatto”, 19/6) invita a uno sguardo globale: «L'Artico si sta riscaldando più di quanto ritenuto finora, ovvero quattro volte più rapidamente della media globale». Lo sguardo più ampio è quello del premio Nobel Yunus, intervistato da Eugenio Occorso (”Repubblica”, 20/6): «È passato in second'ordine il concetto di bene collettivo». Sintesi del “Giornale” (20/6): «Vivere a 40°». Febbricitanti.
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