Con Herreweghe la «Missa Solemnis» di Beethoven è una cattedrale di suoni
domenica 22 agosto 2010
Per Philippe Herreweghe la Missa Solemnis in re maggiore op. 123 di Ludwig van Beethoven (1770-1827) rappresenta un'immensa cattedrale saldamente costruita su pilastri forgiati da arte e pensiero, fede e filosofia: un punto di fuga verso l'infinito filtrato attraverso gli occhi di uno dei più grandi geni della storia dell'umanità. Spazzando il campo da qualsiasi falso problema di etichetta formale e stilistica, secondo il direttore belga quest'opera per il suo autore risulta un puro pretesto per liberare un impulso creativo e una forza spirituale di enorme portata; e poco importa che si tratti di vera o presunta musica sacra, secondo i parametri dettati dalla tradizione. Le dimensioni monumentali di questa partitura, la vastità della sua gamma espressiva e la sua complessità strutturale, pur allontanandola effettivamente da qualsiasi destinazione liturgica, tendono ad avvicinarla a un epico oratorio su soggetto biblico; ma qui, sulla scena della Missa Solemnis, Beethoven ha portato se stesso e quelle domande ultime poste di fronte al Mistero che qui emergono in tutta la loro insopprimibile urgenza. È sufficiente ascoltare le prime battute del Kyrie iniziale " dove l'imponenza solenne e l'ampiezza sinfonica delle perorazioni corali sembrano quasi contrapporsi all'afflato mistico degli interventi affidati ai solisti " per capire verso quali lidi navighi questa interpretazione (cd ristampato in edizione economica da Harmonia Mundi e distribuito da Ducale): nell'assecondare nel minimo dettaglio la modalità con cui il compositore non solo penetra il senso intimo del testo sacro, ma eleva le sue maestose architetture musicali a partire proprio dalla Parola (si pensi ai pannelli sonori multifocali del Credo). Alla guida dell'Orchestre des Champs-Elysées, degli ensemble corali della Chapelle Royale e del Collegium Vocale Gent, Herreweghe non perde mai di vista una chiara visione d'insieme, secondo la quale ogni scelta di tempo, ogni articolazione e ogni dinamica hanno un loro senso compiuto in quanto calibratissima conseguenza di tutto ciò che precede e segue; proprio come l'autentico significato dell'esistenza di ogni singola creatura viene compreso solo se collocato in relazione con il disegno originario del suo Creatore.
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