sabato 11 agosto 2012
Finalmente Marte viene raggiunto da un oggetto costruito dalla tentazione irrefrenabile di questa umanità che non ama sentirsi sola nell'universo. Cerchiamo altri, cerchiamo esistenze vissute millenni fa, ma cerchiamo soprattutto risposte alla nostra vita. Ed è davvero interessante guardarci uno con l'altro e scoprire quanto sia pieno di fascino e di forza questo nostro cercare ragioni al nostro esistere, questo bisogno di risposte che per ora ci sono state date senza certezze assolute e soprattutto senza possibilità di replica. Le religioni hanno cercato di dare riscontri a questo nostro affanno, trasferendo nella sfera della spiritualità la nostra domanda. Ma anche qui ad un certo punto ci dobbiamo fermare per non venire travolti dal dubbio e dalle smentite facili che ci detta la ragione. Eppure ha un incanto questa passione per la ricerca del primo respiro dell'uomo, è qualcosa che ci fa sentire parte di un universo ancora pieno di energia dove ci sembra di poter leggere un passato impetuoso, per ora senza una voce che assomigli alla nostra. Attorno a «Curiosity» dovremmo esserci tutti noi, abitanti dal pianeta Terra, in attesa dei suoi ricordi. Invece abbiamo scorso in fretta quella parte dei giornali che riportavano la missione del nuovo robot in cerca di vita sul più vicino pianeta, grazie ai suoi 17 strumenti scientifici. Abbiamo voltato pagina per rincorrere le notizie del giorno così povere di fiducia nel futuro e di sincera volontà di progresso. Abbiamo cercato gli scandali, le miserie, la pochezza di uomini che avevamo posto avanti a noi nel mondo del lavoro, della politica, del vivere civile, e ne abbiamo fatto argomento di conversazione in questi pochi giorni di riposo dimenticando che anche lo spirito ha bisogno di vacanza. La ricostruzione di un nuovo mondo di pace, dopo le distruzioni della guerra, incominciò con le parole di un uomo politico pieno di fede e di fiducia nell'umanità: «Diamoci la mano, uomini di buona volontà!». Questo dovremmo fare ancora oggi condividendo un periodo di difficoltà, accettando la parte più difficile di questa nuova ricostruzione del nostro Paese, senza soffocare le speranze, senza cedere alla disperazione. Trovare la forza per sostenere le aspettative dei più giovani, stimolare le loro capacità d'inventiva, dare il coraggio di rischiare vie nuove diverse da quelle sognate, anche lontane dallo studio intrapreso. Vie diverse dal loro stato sociale perché ogni lavoro, anche il più umile, ha una sua dignità e un suo valore. Soprattutto aiutarli a non spegnere quella coscienza di appartenere a un'umanità che ha ancora davanti a sé un immenso percorso da compiere, del quale ognuno di noi è allo stesso tempo attore o vittima a seconda della propria scelta.
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