martedì 9 giugno 2015
Differenze importanti. Per esempio tra onestà e pretesa disonesta in una stessa «questione». Il cardinale Kasper dice che il Papa gli ha chiesto di presentare in Sinodo la questione dei divorziati risposati, lui ha obbedito e Francesco ha «espresso soddisfazione per il mio discorso». Poi aggiunge: «Non direi che abbia approvato la proposta, no, no, no». Chiaro: Kasper onesto non si monta la testa: gli elogi ricevuti dal Papa, a cominciare dal primo Angelus di marzo 2013 non gli fanno perdere il senso delle distinzioni. Un senso che invece ha perso o fa finta di perdere chi ha trionfalmente titolato in rete la stessa notizia così: «Il papa non approva la proposta sulla Comunione (ai divorziati) del cardinale Kasper»! (Aletheia, 4/6/2015). La differenza con Kasper è che questi non si impadronisce di una parola reale di Francesco per gloriarsene fatuamente, ma loro danno alla stessa parola un'interpretazione che requisisce per sé il presente del Papa e il futuro del Sinodo. Strana perdita di misura di sé e degli altri con perdita delle differenze: il "sé" ingrandito fino a diventare persino "cattura" del Papa nel proprio circolo, e gli altri volutamente malintesi per restare soli a identificarsi con la verità: di troppe cose! Altro nel genere? Ieri su "Repubblica" (p. 26: «Se anche il martirio è un format così l'Is costruisce la sua audience») non spicca – come sempre dovrebbe – la differenza tra «martirio» nel Cristianesimo e nel seguito dell'Is: il martire cristiano viene ucciso, ma non uccide, quello dell'Is uccide se stesso per uccidere gli altri. Differenza enorme. Ultimo: ieri "La Stampa" (p. 2: «Telefonate e incontri. Quel legame a sorpresa tra Marino e il Papa». Se conosci la realtà, capisci che le differenze doverosamente da annotare sono scivolate via: un po' troppo...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI