domenica 12 ottobre 2014
Compie cent'anni domani (è nato il 13 ottobre 1914 a Trento, suddito dell'Impero Austroungarico), ma questa mattina prende ancora una volta il volo, salendo alla guida del suo "Caproncino", lo stesso tipo di aeroplano con il quale fece il primo brevetto nel 1935. Il tenente colonnello Francesco Volpi, occhietti vispi e pizzetto autorevole, è il più anziano pilota in attività («piano, nel mondo aeronautico conosciuto», precisa per i cacciatori di record) in virtù di un brevetto rinnovato qualche mese fa con giustificato orgoglio: «Mi hanno posto una limitazione, in verità, quella di guidare accompagnato da un'altra persone in possesso di brevetto, ma per me non è un problema: ho sempre volato in compagnia».La Provincia autonoma di Trento gli consegna oggi il massimo riconoscimento, l'Aquila ardente di San Venceslao, come fondatore della scuola per il volo in montagna. Ma anche Alitalia lo scorso anno aveva premiato Volpi con un volo in cabina di simulazione per la sua attività nell'aviazione civile con l'Ala Littoria, la prima compagnia statale fondata nel 1934. Poi ancora racconta le sue 236 missioni nella Seconda guerra, a trasportare anche i feriti della campagna di Russia. L'elisir di lungo volo? «Una vita sana, atletica, in montagna, senza bere né fumare – ha spiegato al settimanale diocesano –. Ma soprattutto onestà e lealtà; ho insegnato ai miei figli che non bisogna mai dire bugie». Quello di oggi, dicono in molti che lo conoscono, non sarà il suo ultimo volo.
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