sabato 23 ottobre 2021
Li ho visti. Fuggo-no, corrono sulle terre calde e non sanno piangere perché il fiato è corto e hanno paura di restare soli. Chi sono? I bambini delle terre che debbono lasciare e non sanno perché, quelli che perdono i genitori nella folla che cammina veloce verso la speranza di vita. E le foto dei giornali ci risparmiano le situazioni più gravi mentre pensano siano più sopportabili ai nostri occhi lo sparire nel mare di quegli occhi già soffocati dall'acqua. Le guerre dei nostri tempi antichi dipinte sulle pareti delle chiese, delle sale di ricevimento davano alla figura del vincitore l'aspetto dell'eroe nell'abito e nell'atteggiamento, anche se sotto gli zoccoli del suo cavallo stava morendo il nemico. Il coraggio era quasi sempre la ragione che sosteneva, la morte, la guerra, la vita. Ma dove oggi troveremo una ragione seria, vera per combatterci un popolo contro l'altro, solo per ottenere più denaro, più ricchezza? Cosa è per noi la carità, la pazienza, l'amore, l'aiuto che potremo dare a chi ne ha bisogno? Cosa abbiamo fatto della carità che aveva tanto posto negli antichi quadri e dove sono gli abiti poveri dei frati che giravano il mondo con la fede e senza denaro? Le nostre chiese sono piene di queste sante figure, ma per le nostre strade non se ne incontrano e nei paesi delle vecchie valli un solo parroco deve andare ogni domenica da una chiesa all'altra a dire più Messe per soddisfare i pochi abitanti rimasti. Cosa è successo al cristianesimo? Niente, possiamo dire: nessuno si ribella, semplicemente tace. E forse sono queste lacrime silenziose che di nuovo scendono sul viso del Redentore che aveva chiesto amore e pace che l'innocenza dei nostri bambini asciuga sorridendo, quasi un gioco. Forse questo insieme di lacrime e di pianti per chi ha sofferto e per chi abbiamo perduto ci insegnerà a guardare la vita con maggiore serietà e affetto ricordandoci che ogni giorno è un dono da usare, da vivere con piacere,da passare a chi non ne ha. E il futuro ci sembrerà sereno, giusto e felice se regaleremo agli altri quell'amore di cui hanno necessità per respirare e per vivere. «Gli altri» chiamiamo coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscere questo Dio che ha camminato sulle nostre strade, allora certo piene di polvere e di terra. Come ci piacerebbe averne un vero ritratto mentre parla tra la gente, mentre accarezza un bambino, parla con un vecchio.guarda il cielo, la sua vera patria! Invece ha lasciato alla nostra fantasia il colore dei suoi capelli, la bellezza delle mani, il tono forte e gentile della sua voce che noi immaginiamo attraverso il discorso dei suoi “pescatori”. Noi lo vestiamo di bianco e diamo luce ai suoi capelli perché la fantasia umana cerca nella propria bellezza l'aspetto più bello che si può dare.
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