sabato 14 settembre 2019
Alcune canzoni bisognerebbe proprio riprenderle in mano e farle ancora gridare. Sì, perché anche solo a leggerle pare proprio si rivolgano a qualcuno nel qui e ora. Qualcuno che proprio adesso, avrebbe bisogno di scosse date da parole come quelle che seguono, datate 1990, ma tanto tristemente attuali: «Tu non ricordi più, com'eravamo… I vestiti spesso smessi da qualcuno, il sogno di un futuro, tanta voglia di cambiare e la promessa di smettere presto di farci sfruttare… Non ricordi più valigie quasi pronte per partire, passaporto in mano e fortuna da trovare, come nemico una lingua che non sai parlare…? Non ricordi più com'eravamo? In quelle piazze cercavamo di contare! E quando la dignità d'essere uomo era un valore, mescolavamo parole di rabbia e pensieri d'amore… Poi lungo la strada cantavamo all'avvenire, la solidarietà grido comune dell'umanità! …Non hai tempo per pensare? …Non hai tempo più? …Non vorrei doverlo dire, ma hai fallito tu! Non ricordi più come sei stato, dalla tua torre non ti frega di nessuno; non avere nemmeno un amico e più niente da dare… Tu non ricordi più!». Decisamente sarebbe bello, se Pierangelo Bertoli fosse ancora tra noi per gridarla pure adesso, questa canzone, in faccia a chi se lo merita.
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