domenica 3 maggio 2015
Luigi CastagnaL'editore Cacucci di Bari ha pubblicato di recente un volume di alta qualità che è destinato ad interessare storici romani, sia della storia politica che della cultura e letteratura latina, dei rapporti intrinseci tra potere imperiale e religione cristiana. La curatrice del volume è la studiosa calabrese Carmela Laudani: il Panegirico in onore di Costantino si presenta come un grosso volume di 464 pagine (euro 45) uscito nella «Biblioteca della tradizione classica n. 12», gestita dall'Università di Bari «Aldo Moro» e dall'Università della Repubblica di San Marino.Il volume contiene tutto il necessario per la comprensione approfondita del Panegirico, il cui autore secondo molteplici attestazioni della tradizione manoscritta è il retore del IV secolo Nazario. Dopo una premessa scritta da uno dei maggiori specialisti dei Panegirici latini, Domenico Lassandro, editore di questi testi per il «Corpus Paravianum», segue un'ampia introduzione che tratta dell'autore e dell'opera, del genere appunto del panegirico, della sua dimensione politica, di alcuni episodi che si collocano a metà tra il mito e la storia. La Laudani tratta poi di struttura e trama dell'opera di Nazario. Ci si avvia verso la conclusione dell'introduzione con due capitoli su «Fonti» e «Modelli» e infine l'ultimo su «Esempi di Tecnica letteraria». Il volume offre pure un utile indice tematico e una bibliografia assolutamente completa.Aggiungo qui poche informazioni sui Panegirici latini (poche, ma non perché l'opera della Laudani non meriti di più: solo per ristrettezza di spazio). La raccolta conta 12 Panegirici, che mantengono il titolo degli antichi Panegyricòi Lògoi greci, ma non sono più recitati in feste pubbliche bensì alla presenza degli Imperatori che ne sono tema e destinatario. Il primo panegirico è quello ben noto di Plinio per Traiano. Gli altri undici sono stato pronunciati da retori gallici nel tempo che intercorre tra il 289 e il 389 (cioè da Diocleziano a Teodosio) La raccolta a noi giunta dovette constare inizialmente di un corpus di 5 opere e si completò con l'aggiunta iniziale del Panegirico di Plinio a Traiano ai tempi di Teodosio.Cinque Panegirici sono anonimi. Uno è di Mamertino per Massimiano; uno di Eumenio per le scuole di Autun; segue il IV Panegirico, quello di Nazario di cui stiamo parlando. Molto importante è storicamente quello per Giuliano, opera di un Mamertino che è probabilmente il figlio del precedente. L'ultimo è opera di Drepanio Pacato per Teodosio. Come è ovvio, per obbedienza alle norme del genere letterario, in ogni testo c'è uno strato di vernice retorica ed elogiativa, ma prevale l'interesse spiccato per la storia del basso impero: pressioni barbariche al Reno, dissidi nella politica interna, province in continua sommossa.I retori Galli sono leali verso l'Urbe. Interessante l'opera di Eumenio, docente a Autun, costretto a migrare dopo la devastazione di Vittorino, poi segretario di Costanzo e infine reduce ad Autun nel 297. Chiudo con un particolare che rivela la generosità di Eumenio nonché i buoni emolumenti di cui godeva: egli promise all'Imperatore di devolvere il suo intero stipendio di un anno per contribuire alla ricostruzione di Autun.
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