mercoledì 4 marzo 2015
La coscienza perbenista vorrebbe ridurre il mondo ad un convitto in cui tutto è regolamentato da un codice civile che l'istruzione, l'educazione, l'integrazione sociale promuovono e gestiscono. Davvero si crede che il problema del male, peccato e reato, colpa e pena, volontà attiva e consenso passivo, possa essere debellato dalla corretta informazione? L'istruzione è all'uso, ben poco può circa il fare che ne consegue: positivo / negativo.Nuovi standard di vita determinati dal benessere fisico e materiale evidenziano fragilità psichiche ed emotive devastanti. Medicinali inibitori e reattivi, calmanti ed eccitanti, terapie comportamentali, neuroscienze sperimentali: c'è posto per tutto. Aumenta a dismisura un disagio profondo che non è riducibile a difficoltà economiche e carenze sociali perché trae linfa tanto dall'eccesso quanto dalla mancanza. È mal di vivere. L'incapacità di coglierne la ricchezza, la gratuità, il mistero. Star male è gravarsi di peso, rinchiudersi, volgersi dentro, equivale a sprofondare. Se è domanda di senso non può che trovare risposta fuori di sé, verso l'alto, nell'intorno.Nessuna istituzione, nemmeno quelle a fin di bene, sono esenti dal male ma nessun ordinamento riuscirà ad impedire lo sbocciare del bene. L'origine di entrambi sta nel cuore dell'uomo.
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