sabato 9 giugno 2012
Cecità e sordità: pericolosa quella di chi ha occhi e udito sani, ma non vuole vedere e sentire, e si costringe volutamente a finir male. Pensiero difficile? Forse, ma verificato. C'è una fetta dell'attuale società italiana – ma il discorso potrebbe allargarsi nello spazio a dimensioni internazionali, e nel tempo a quasi 2.000 anni di storia – che non solo non vede e non sente la parola cristiana, ma non la vuole vedere e sentire e perciò tira dritto: sempre a sbattere i denti sulla "pietra" che è la realtà. Come spiegarlo? Elencando i sordi. Su "Repubblica" p. es. (1 giugno, p. 34) Augias istruiva i lettori su «La solitudine del Papa nella Chiesa dei corvi». Il Papa «solo»? A parte il fatto che la Chiesa non è riducibile ai «corvi», la dura "pietra" dei fatti ci dice che Lui vive, cammina e parla in mezzo a tantissima gente che gli vuole bene. I giorni di Milano sono ancora vividi, negli occhi di chi vuole vedere e nelle orecchie di chi vuole sentire. Quattro giorni dopo l'Augias leggo sul "Tempo" (p. 12) l'invito cordiale, forse anche un po' ironico, del cardinale Scola "ai media", meglio, a certi media: «Rassegnatevi. La gente ama il Papa». C'è altro? Beh! Sì, forse senza cattiva intenzione, ma c'è. Su "L'Espresso" (7/6, p. 11) ironia allegrotta: «La sacra pantofola in vendita su ebay». Satira grossolana di Michele Serra spesso intelligente, stavolta vuota. Che fai? Giri il foglio e subito (p. 12: rubrica «Parole nel vuoto») c'è Massimo Cacciari che ammonisce: «O capisci il Nord o perdi le elezioni»! Monito per altri, ma lo pensi diverso: «O capisci la Chiesa o perdi le elezioni»! Per certi ciechi-sordi vale doppio e da sempre: almeno dal 18 aprile 1948. Nel caso "capire" non è necessariamente condividere, ma… conoscere. E per conoscere servono occhi e orecchie.
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