martedì 24 marzo 2009
Ieri Radio Radicale (h. 9.30) convoca proteste di piazza contro l'arroganza del Papa colpevole di aver detto «più grave usare il preservativo che ammalarsi e morire di Aids». Ma nella circostanza il Papa ha fatto tre affermazioni, e su tutte e tre si rovescia la cialtroneria di malintesi voluti e critiche "im/becilli" (alla lettera: "sine baculo", cioè senza sostegno, Ndr). Primo: Benedetto XVI usa il termine "preservativo" e si grida alla censura perché "L'Osservatore" ha scritto "profilattico". Secondo: il Papa dice che "il preservativo non è la soluzione" del dramma dell'Aids, e "anzi" può aggravare la situazione. Terzo, che i paesi dell'egoismo mercantilistico distribuiscono a cascata e gratis i preservativi, ma vendono ben cari i medicinali anti Aids. Dunque, primo: il termine latino, da "prae" e "servo", è identico a quello greco, da "pro" e "phylasso". Secondo, ben più grave e con buona pace anche di certi soloni pappagalleschi, tra cui la solenne Spinelli ("La Stampa", 22/3), gli studi scientifici più recenti e specializzati dicono proprio questo. Per l'Aids Prevention Research Project del centro Harvard ("La Stampa" edizione on-line, stessa data!) "la distribuzione dei condom aumenta il problema", e "c'è associazione costante tra loro maggiore disponibilità e uso, e tassi di infezione HIV più alti". Terzo, con voluta malafede, silenzi di tomba sulla gratuità negata dei medicinali con cui si ingrassano le multinazionali. Anzi: da Francia e Germania strilli interessati a difesa di quelle che ingrassano con le medicine, ma vorrebbero cavarsela "regalando" preservativi. Miserie!
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