sabato 12 ottobre 2002
Il "desk" qualche volta dorme. Nei giornali è il cervello centrale che controlla, via via che si forma, il prodotto per la stampa. Se si distrae qualcosa cigola, tra le pagine o nella stessa pagina. Esempi: ieri, p. 15 "Secolo d"Italia". Aldo Di Lello intervista Giampaolo Pansa sul suo ultimo libro, che racconta gli anni tragici 1943-1945, tra fascisti e partigiani, e sostiene che occorre capire e rispettare anche gli avversari, pur contrastando le loro idee. I morti di Salò tutti e solo criminali, e quelli partigiani martiri ed eroi? Falso e rischioso. Una vera civiltà, per guardare avanti, deve giungere alla lunga ad una "memoria condivisa". Giustissimo! Ma che c"entra il "desk"? C"entra! Stessa pagina, proprio lì sopra, tre colonne di "Filo di Nota" difendono a spada tratta l"ultimo libro di Oriana Fallaci contro le "persecuzioni" di cui sarebbe vittima in Francia. Ora, proprio il libro della Fallaci è un esempio attualissimo di rifiuto di capire, e di demonizzazione estrema dell"altro, nel caso l"islam come tale. Come si fa a mettere insieme il sopra e il sotto della pagina? Tanto più che, stesso giornale, in ultima pagina Antonio Saccà illustra le idee di Khaled Fouad Allàm, noto intellettuale islamico, che esalta "il dialogo, lo scambio culturale, la possibilità di accettare le diversità e la conoscenza vicendevole". Fatelo leggere alla Oriana! Esempio 3: "Repubblica" (6/10, p. 25). Inizio: "Oggi sappiamo qual è la sede dell"anima umana: è nel cervello"" Conclusione: "E l"anima? Prima o poi si troveranno le basi biologiche anche di quella"". Qui lo dico, e qui lo nego. Al desk regnava il "riposo". "Attenti!"
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