giovedì 23 maggio 2019
Belle letture... “Il Fatto quotidiano”, 13/5, p. 12: «Africana, Santa e Sposata: Perpetua martire e leader ad appena 22 anni». Fabrizio D'Esposito presenta “La passione di Perpetua e Felicita”, libro della storica Anna Carfora che racconta l'avventura di Perpetua, donna «giovane, colta, di fine bellezza» martire della fede a Cartagine, odierna Tunisia, nel marzo 203. Con lei altri martiri, uomini e donne, e in particolare santa Felicita, «incinta che partorisce poco prima del martirio», sbranata dalle belve per la sua fedeltà a Gesù Messia, Dio rivelato e donato nella sua Incarnazione di salvezza. Dal libro, scrive ammirato D'Esposito, di Perpetua «emerge il ritratto di una donna eccezionale che durante la prigionia, oltre alla preoccupazione per il figlio neonato, afferma dinnanzi al procuratore romano la sua leadership in un gruppo composto prevalentemente da uomini». Dunque hai letto «Perpetua e Felicita», e ti viene in mente che questi due nomi certamente in passato li hai sentiti tante volte durante la Messa… La verifica è singolare e a due facce: nei “nuovi canoni”, testi della preghiera centrale della Messa, dopo la riforma liturgica leggo nomi di Santi che ci hanno preceduto: tutti uomini, niente donne! E allora come mai “Perpetua e Felicita” le ho sentite tante volte? Risposta all'enigma: nella formula del Canone romano, primo e a lungo unico per secoli, ci sono i nomi di 15 Santi, tra i quali 7 donne, e i primi due nomi sono proprio “Perpetua e Felicita”! Le altre 5? «Agata, Lucia, Agnese, Cecilia e Anastasia». Che dire? Si discute molto e giustamente – cronache di Chiesa comprese – sul fatto che il maschilismo ha oscurato “l'altra metà del Cielo”. Bello trovare a sorpresa, anche dove magari meno te lo aspetti, qualche luce inattesa...Del resto è d'attualità: riallacciare la luce dove manca.
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