giovedì 2 luglio 2015
Chiesa «in uscita»: compresa più o meno. Il meno? Ieri (“Il Giornale”, p. 30) Mario Cervi, professionista stimabile, pubblica una lettera che con evidente ostilità a Papa Francesco, chiede «perché il teologo Papa Ratzinger è stato defenestrato per motivi di salute». Con ipotesi: «Non è che al concilio di Ratisbona ha detto… che i musulmani non sono come i cattolici che porgono l'altra guancia?». La risposta pare dar ragione alle critiche a Francesco – e questa è libertà –, ma sino al punto di prendere sul serio l'ipotesi che a spiegare tutto sia la «dura presa di posizione al concilio (sic!) di Ratisbona». Che dire? 1) a Ratisbona nel settembre 2006 non ci fu un «concilio», ma un discorso magistrale di Benedetto XVI, 2) la “rinuncia” del Papa arrivò quasi sette anni dopo. Per favore, un po' di buonsenso! Nel caso neanche un briciolo, e le due incomprensioni portano alla “patacca” in pagina. In tema, sempre ieri, sul “Fatto” (p.1) leggo questo titolo: «La patacca più è grossa, più pare vera». Non sempre. Ancora in uscita, invece, e stavolta su cose di Chiesa e a titolo personale, segnalo che ieri “L'Osservatore” dà notizia (p. 4) della ripresa delle pubblicazioni de “L'Unità”, giornale «fondato da Antonio Gramsci», che sulla prima del primo numero richiama la “Laudato si'”, e annuncia che la pubblicherà a puntate. Tra parentesi, qui qualche giorno orsono segnalavo che quasi 30 anni fa alcuni temi sulla necessità di una certa misura, detta esplicitamente «austerità», erano presenti anche nelle interviste e negli articoli di Enrico Berlinguer, allora sbeffeggiato da molti, anche in casa cattolica, come «fra' Enrico», convertito al francescanesimo… Casualità: certi sbeffeggiatori di allora oggi vedono male proprio la “Laudato si'”, pensiero e gesti di Francesco: incomprensioni, o cecità voluta?
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