sabato 22 dicembre 2018
Che brutto tempo. Il cielo è grigio e sembra abbassato sui tetti delle case dei paesi e sulle terrazze delle città. Abbiamo tante capacità nella nostra mente, ma non ancora la possibilità di cambiare i capricci del tempo. E forse per ora è meglio così, altrimenti l'umanità, incostante come è, avrebbe già scoperto come combattersi uno contro l'altro, a colpi di nuvole e di temporali. Per ora ci accontentiamo di andare a vedere cosa avviene sui pianeti vicini nella speranza di trovarvi qualche forma di vita. Chissà perché non ci basta più la nostra terra, né la nostra umanità e cerchiamo qualcosa di simile, ma diverso da noi, quasi un'ansia di scoprire che non siamo soli e che se la nostra mente riesce a immaginare altre forme di esistenza, la nostra non può essere solo fantasia e speranza. L'infinito di cui parliamo quando pensiamo alla nostra anima, alla parte viva ed eterna nel nostro essere nella quale siamo costretti a credere se vogliamo dare un senso ai nostri giorni, è davanti a noi senza forma e senza colore. Ed è difficile immaginare qualcosa che, lasciata la realtà della terra, ci accolga nella serenità, nella gioia di una vita nuova e per noi inimmaginabile. La nostra fantasia, allora, crea, per chi ci ha lasciato, un mondo simile al nostro dove serenità, gioia ed affetti avranno cancellato le sofferenze dei nostri giorni. Sappiamo immaginare per chi ci ha lasciato qualche cosa che assomigli alla nostra terra quando è piena della sua bellezza e allora costruiamo i presepi con la neve, il muschio, le rocce perché la vera casa del piccolo Gesù è al di là della nostra fantasia anche se ne abbiamo scoperto il luogo. Ho davanti a me un antico album che mio padre mi aveva preparato per i primi anni della mia vita. Aveva messo assieme dei fogli di una rivista inglese dove nei primi anni del Novecento era stata fotografata la terra di Nazareth. Nessuna costruzione allora aveva coperto il luogo dove Gesù aveva camminato nella sua prima giovinezza, ancora viva era la fontana dove con ogni probabilità Maria andava a prendere l'acqua. Foto di una realtà impressionante quando ancora la mano dell'uomo non aveva messo “in sicurezza” i luoghi della Terra Santa. Un posto semplice e povero come uno dei nostri paesi di montagna, ora silenziosi e solitari, dove gli anziani che non li hanno voluti abbandonare lasciano la vita in pace come i “giusti” con un'ombra di sorriso sulle labbra. Ma pensiamo a tutti coloro che vicino a noi muoiono di fame e di freddo, che hanno perduto famiglia, patria ed onore. Cosa è oggi il Natale al quale la parte ricca del mondo ha tolto il senso religioso per farne una festa di luci, di musica e di colori? Gli alberi splendenti hanno preso il posto della capanna antica e della sacra famiglia perché nelle case nuove non c'è spazio, come allora a Gerusalemme.
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