Che siano parole o altri strumenti, ciò che conta è portare il Vangelo a tutti
sabato 30 settembre 2023
San Girolamo ci offre un interessante spunto di meditazione: oggi, nel XXI secolo, la parola “funziona” ancora come mezzo di trasmissione del Vangelo? La riflessione parte dalla consapevolezza che ogni cristiano ha un’unica chiara vocazione: essere portatore di Dio nel mondo in ogni angolo del pianeta e in ogni tempo, ma oggi sembrano essere efficaci altri linguaggi. In realtà, però, anche se la parola era di certo lo strumento privilegiato per Girolamo, cui si deve la versione “popolare” della Bibbia in latino (la cosiddetta “Vulgata”), a ben guardare la scrittura non è mai stato l’unico mezzo di trasmissione della fede, che passa da un corpo vivo, la Chiesa, con tutte le sue espressioni, dal culto fino alla carità. San Girolamo (o Gerolamo), sacerdote e dottore della Chiesa, allora ci ricorda in realtà che, qualsiasi mezzo scegliamo per portare la Parola di Dio, la preoccupazione dev’essere quella di arrivare a tutti, di toccare le vite di tutti. Era nato in Dalmazia nel 347 e aveva studiato a Roma, spostandosi poi a Treviri. Si trovò in seguito ad Aquileia, dove aveva coltivato anche l’ideale della vita comunitaria. Battezzato nel 366, dal 375 fu eremita in Oriente: visse per qualche tempo nel deserto, per poi trasferirsi ad Antiochia e Costantinopoli. Dopo un periodo a Roma, dove fondò una comunità di vita religiosa femminile, nel 385 s’imbarcò alla volta della Terra Santa: a Betlemme fondò un monastero maschile e uno femminile. Fino alla morte, nel 420, si dedicò alla traduzione della Bibbia. Altri santi. San Francesco Borgia, sacerdote (1510-1572); beato Federico Albert, sacerdote (1820-1876). Letture. Romano. Zc 2,5-9.14-15; Ger 31; Lc 9,43-45. Ambrosiano. Dt 15,1-11; Sal 97 (98); Ef 2,1-8; Lc 5,29-32. Bizantino. 1Cor 15,39-45; Lc 5,17-26. t.me/santoavvenire
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