mercoledì 20 giugno 2012
«Tramate con noi» è il titolo di una simpatica rubrica di Radio1, ideata e condotta da Vito Cioce, che va in onda dal 1999. Nel corso delle quasi 400 puntate, altrettanti aspiranti scrittori hanno presentato in due minuti il libro che avevano nel cassetto (romanzo, racconto, soggetto di cinema o fiction, opera teatrale) e subito dopo il critico Claudio Gorlier ne ha dato un giudizio. I radioascoltatori fanno pervenire il loro parere per la rosa dei finalisti e infine una giuria tecnica sceglie di vincitore, premiato con la pubblicazione del libro. Dal 2010 la finale si svolge al Salone del libro di Torino: quest'anno ha vinto il giallo psicologico di Georgia Manzi, Giovanni il Sorgiaro, presentato da Bruno Gambarotta. Finalista, Little China Girl, di Massimiliano Scudeletti, difeso da Claudio Gorlier. Lo scorso anno la giuria composta dalla scrittrice Lucetta Scaraffia, Alberto Vanelli, direttore di Venaria Reale, e Maurizio Braccialarghe, direttore del Centro di produzione Rai di Torino (il premio è di ambientazione piemontese) ha vinto Alfonso La Licata, autore di Woody... fuga nella realtà, ma i giurati sono stati così colpiti da Il ritorno di Dante, del finalista Gian Luca Giani, che hanno deciso di pubblicare anche questo romanzo (Rai Eri - Minerva Edizioni, pagine 216, euro 15,00). Gian Luca Giani (apprendiamo dal risvolto) ingegnere torinese del 1943, ha lavorato alla progettazione dei satelliti, e poi nella direzione Pianificazione strategica della Fiat, ed è al suo primo romanzo. Ecco la trama. Quando Dante Alighieri morì (era il 13 settembre 1321), gli apparve Virgilio in abiti medievali, il quale, pur apprezzando il lavoro del poeta, gli disse che aveva un po' esagerato nei suoi personalissimi giudizi, per cui doveva passare un periodo in Purgatorio, prima di accedere al Paradiso. E il contrappasso era di ritornare a visitare le categorie dei dannati che aveva collocato nel suo Inferno, tornando sulla terra nel 2011. Pertanto, il poeta si trova ad avere a che fare, provvisto di volta in volta dei sommari consigli di Virgilio, con gli Ignavi in un ufficio ministeriale romano, con i lussuriosi in una casa di produzione di spot pubblicitari, con gli usurai in una fantomatica Banca della Marca Trevigiana, e così via per 24 capitoli, o gironi.Lo spunto è ingegnoso e svolto con mano leggera, con ironica bonomia non disgiunta da un solido buonsenso. Qualche imprecisione si nota in un marginale riferimento alla Sindone, qualificata correttamente come reliquia, ma sulla cui autenticità l'ironia non è ben chiara; un po' corrivo il paragone, nel girone degli Eretici, tra l'ospedale geriatrico gestito dai valdesi, lindo ed efficiente, e l'ospedale pubblico dove si pratica disinvoltamente l'eutanasia. Nel complesso il libro è godibile, anche se la consecutio temporum talvolta è psicologicamente un po' forzata dato che Dante sembra perfettamente a suo agio nella civiltà tecnologica del 2011 (ha più problemi con il forno a microonde che non alla guida di una forsennata Ferrari, con la quale, peraltro, si schianta).Secondo Bruno Gambarotta, Il ritorno di Dante è «opera di una fantasia lussureggiante. Un'utopia con forte valenza morale, che potrebbe diventare un ciclo di dodici telefilm». Sarebbe la riprova che dalla radio alla televisione il passo è breve.Il conduttore Vito Cioce, nella postfazione, racconta l'emozione, nella serata al Salone del Libro, «di avere di fronte, dal vivo, gli aspiranti scrittori in gara. Non più al telefono. Era ora. La voce che si fa volto». Ed è una seconda riprova: viva la radio, viva la televisione, e mettiamoci anche facebook e twitter, ma niente può surrogare il contatto diretto, da persona a persona.
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