martedì 19 dicembre 2017
La disponibilità di un cittadino raccolta dal Comune, l'impegno di sindacati e delle associazioni di volontariato, energie unite per offrire 12 posti letto al caldo a stranieri e a chi non ha fissa dimora. È il progetto di solidarietà che si è realizzato a Cesena e che è stato inaugurato ufficialmente ieri dal vescovo di Cesena, Douglas Regattieri, e dal primo cittadino, Paolo Lucchi.
Il dormitorio è in realtà un'abitazione messa a disposizione da un privato fino ad aprile in via Costa, della quale il Comune pagherà le bollette delle utenze, mentre le associazioni come la Papa Giovanni XXIII, Caritas, Cgil e Cisl della Romagna si occuperanno della gestione e di dare ospitalità a 12 persone alla volta, almeno per un mese. «In gran parte si tratta di profughi o richiedenti asilo che escono dai Cas o da un progetto Sprar – ha spiegato Giorgio Polazzi coordinatore della Papa Giovanni XXIII –. Ora ci sono un ragazzo del Bangladesh perseguitato nel suo Paese, due giovani ragazzi marocchini, un romeno e un cinquantenne senegalese. Persone con tanti problemi nella vita che trovano un letto e un pasto caldo». In fondo, ha commentato il vescovo, «la storia si ripete. Quando è nato Gesù anche Maria e Giuseppe hanno trovato molti rifiuti e si sono rifugiati in una stalla offerta da un privato». L'esperienza, ha detto il sindaco Lucchi, arriva dopo quella di Borello di un anno fa, quando venne «il dubbio» che Cesena non fosse più una città solidale. Una risposta ai «professionisti della paura» fatta di «valori e solidarietà».
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