Quel cataclisma che segna l'esistenza e apre il cammino verso la santità
martedì 25 febbraio 2020
Se si guarda al mondo con gli occhi di Dio anche un disastro o una catastrofe possono diventare occasioni per un nuovo inizio, per imboccare una svolta, per convertirsi. Così fu per san Cesario di Nazianzo, nel cui cuore la fede era stata seminata dalla famiglia, anche se ci volle un terremoto per farla crescere e dare frutti di santità. Era nato nel 330 a Nazianzo ed era il fratello minore di san Gregorio Nazianzeno. Studiò a Cesarea di Cappadocia e poi ad Alessandria d'Egitto, diventando medico di corte a Costantinopoli per volere dell'imperatore Costanzo. Fu confermato dal successore, Giuliano l'Apostata, che però tentò di riportarlo al paganesimo. Nel 368 divenne questore della Bitinia: era un catecumeno ma dopo essere sopravvissuto al terremoto che distrusse Nicea chiese di essere battezzato, rinunciò alla carica e si dedicò a una vita di preghiera. Morì l'anno successivo, nel 369, e il fratello tenne un'orazione funebre dalla quale conosciamo i particolari della sua vita.
Altri santi. San Luigi Versiglia (1873-1930) e san Callisto Caravario (1903-1930), vescovo e sacerdote, martiri.
Letture. Giac 4,1-10; Sal 54; Mc 9,30-37.
Ambrosiano. Qo 3,10-17; Sal 5; Mc 12,18-27.
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