domenica 24 febbraio 2008
In pagina le "vispe terese", talora anche cattoliche, descrivono il mondo a modo loro. Ieri per esempio "Il Sole24Ore" (p. 15: "L'interventismo divide la Chiesa") Zizola denunciava «il ritorno in forze della Chiesa sulla scena elettorale». Così: «c'è una strategia di riconquista neoguelfa nei confronti delle istituzioni democratiche fino a circoscrivere la sovranità del Parlamento nella legislazione su materie sensibili definite a priori non negoziabili». Che dire? A parte il "neoguelfa", dato storico fuori tempo e luogo, la doppia accusa è falsa. Primo perché quei punti «non negoziabili» non sono definiti tali «a priori», ma molto a posteriori, giacché sul tema vita nascente e morente e famiglia fondata sul matrimonio la dottrina cattolica è elaborata da secoli. Secondo, poi, e più grave, è quel «circoscrivere la sovranità del Parlamento». Dunque anche solo ricordando i capisaldi della sua dottrina morale e sociale la Chiesa limiterebbe la sovranità democratica? Una follia! Infatti la Chiesa parlando fa solo il suo dovere: ricorda a chi vuole liberamente ascoltarla che nessun Cesare può con il suo consenso, e quindi con quello dei credenti che in essa liberamente vivono con coerenza, ma anche dei non credenti che liberamente concordano, violare certi cardini fondamentali. È l'antico grido di Pietro negli Atti (5, 29): «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». Nessuna circoscrizione della democrazia, e se i parlamenti decidono diversamente " l'hanno fatto e lo fanno, anche da noi " ci sarà il diritto di dirsi contrari, o no? Libera Chiesa, libero Stato, liberi tutti!
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