sabato 5 dicembre 2015
Lanterne accese invano, tra Diogene e l'"uomo folle" di Nietzsche: chi invano "cercava l'uomo" e chi, non trovando più Dio, annunciava al mercato del mondo la sua morte. Da noi, in pagina varia, c'è anche il lanternino di chi pare cercare Papa Francesco per dirne sempre male… Ieri p. es. due casi diversi. Sul "Giornale" (p. 1 e 18: «Un Papa più severo di Sgarbi boccia l'arte disimpegnata») Camillo Langone coglie un'altra occasione per dire come mai – oltre che in altri campi – «questo Papa non (gli) piace».E libertà. E pare anche esserlo, in modo più sottile, quella espressa dal "Tempo" che in prima titola: «Il Papa: "mentre prego mi addormento"». Con chiarimento a p. 4: «Il Papa ammette: "Ogni tanto pregando mi addormento"». Che dire? Che è... libertà di stampa, ma anche palese rivelazione di non conoscere cosa è e può essere la "preghiera cristiana". Eppure nelle stesse parole riportate lì sotto, Francesco parla di quella sua Bibbia consumata dall'uso, «un libro così vecchio, così sciupato», cui però è affezionatissimo: «Ha visto la mia gioia, è stato bagnato dalle mie lacrime, è il mio inestimabile tesoro». Non basta: nelle vite di cristiani esemplari si trovano anche esempi simili.Per chi ama Gesù dormire davanti al Tabernacolo può essere affidamento amichevole, confidenza amorosa, adorazione totale. E nella storia conosciuta di Francesco c'è proprio qualcosa a proposito. Si sa – lo ha detto lui – che è «molto devoto di Teresina», Teresa di Lisieux, che nei suoi Manoscritti autobiografici (Man. A, f. 75v) scrive che le succede di dormire «durante le sue preghiere, e da sette anni», ma «non ne è desolata» perché «i bimbi piacciono ai genitori anche quando dormono, e i medici per fare le loro operazioni addormentano i pazienti». Altro che "ammissione"! È "professione" di vita!
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