sabato 10 aprile 2021
«Diletto è il pioppo ad Ercole la vite a Bacco, a te, Venere bella, il mirto, suo lauro a Febo: a Fillide i nocciuoli, piacciono. È bellissimo il frassino ne' boschi, negli orti il pino, su le rive il pioppo, su le vette l'abete (…). Rigogliosi i ginepri e ne' lor ricci le castagne, sott'ogni pianta sono sparsi suoi frutti, tutto è in fior d'intorno». Nei carmi del “cantor bucolico” – Virgilio – le virtù delle piante diventano suffragio degli dei: della forza di Ercole, dell'ebbrezza di Bacco, della bellezza di Venere, della gloria d'Apollo. La Bibbia le riunisce tutte nelle braccia della Signora Sapienza come figlie e metafore: «Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell'Ermon. Sono cresciuta come una palma in Engaddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata. Come un terebinto io ho esteso i miei rami ed essi sono piacevoli e belli» (Sir 25,13-16). Ad esse sono paragonati i governanti che possono essere cedri ma anche rovi! A ogni albero, allora, va lasciato di dare il suo frutto così come a ogni carisma il suo ministero.
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