domenica 6 dicembre 2009
Mi scuso in anticipo, ma qui replico a una provocazione anche personale. Ieri su "L'Unità" (p. 3) " si dice che lì i cattolici possono sentirsi «a casa loro» " con titolo «L'ora di religione» leggo queste righe: «Ho molta nostalgia per l'ora di religione. Nessuno perdeva quell'occasione, una specie di carnevale. Il professore, un giovane gesuita" si era capito subito che era omosessuale. Entrava sculettando e veniva aggredito da una prima fila" già allora a sinistra del partito comunista cinese: "Prete dicci com'è fatto il paradiso" che si fa tutto il tempo e dov'è il limbo"" E lui: "il Signore non ci ha voluto dire certe cose, però vi metto in guardia: non dovete praticare la masturbazione perché si diventa ciechi""Poi come missionario è andato in Cina. Dove è stato fucilato come pedofilo. Ha rifiutato la benda agli occhi, perché era diventato quasi cieco». Firma: «Rag. Fantozzi». Fa ridere? A me no, ma mi fa pensare che proprio venerdì sera sono stato a cena in via Savoia, a Roma, a casa di Titti C., mia ex alunna del Liceo Giulio Cesare, ove più di 30 anni or sono insegnavo religione. Una bellissima serata e tanti ricordi con una decina di ex alunne e alunni, e un ricordo, espresso seriamente da Roberto Berruti " oggi 53 anni e una vita piena di eventi " e condiviso dagli altri, è stato che quell'ora era la più viva e interessante di tutte per imparare a vivere davvero, ed è servita fino ad oggi. Confesso che mi ha fatto piacere. Leggo "L'Unità" e mi pare che la scusa della satira alla Fantozzi non giustifichi la vergogna dello schiaffo ricevuto, oltre me, da tanti. Davvero «a casa loro»?
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